Edifici storici, Imi scontata ma la Svp sfiora la rottura
Aliquota ordinaria allo 0,91%, riduzione del 40% per gli stabili antichi e artistici Tra corrente di centro e ala sociale un’anteprima della battaglia delle Comunali
MERANO. Il nuovo regolamento che disciplina l'Imi, l'imposta comunale che ha preso il posto di Imu, Tari e Tasi, e le rispettive percentuali sulle quali calcolare la tassa dall'altra sera sono operative. In dirittura d'arrivo, nell'ultimo giorno utile, il consiglio comunale approva le regole che disciplinano l'imposta e soprattutto le aliquote che determinano l'ammontare di tasse che ogni proprietario di immobili sarà chiamato a saldare a metà dicembre.
Rispetto all'ipotesi scritta nella delibera portata in aula tre settimane fa dalla maggioranza e poi ritirata dall'assessore Nerio Zaccaria per gli adeguamenti richiesti dalla correzione introdotta dal consiglio provinciale, cambia tutto o quasi. Ma per arrivare a scrivere i numeri, presentati l'altra sera in consiglio attraverso un emendamento, pare che dentro l'Svp si sia rischiata una clamorosa rottura.
La corrente di centro e l'ala sociale pare abbiamo creato un braccio di ferro sullo sconto da applicare ai fabbricati di valore storico o artistico, c'è chi dice una prova generale per tastare le forze in campo in ottica elezioni comunali 2015. Alla fine l’ha spuntata per buona parte la corrente di centro. Edifici storici e artistici godranno di una riduzione del 40% della base imponibile, il doppio rispetto alle previsioni iniziali, meno però rispetto al 50% che avrebbe voluto il gruppo dell'Obmann Merano centro Andreas Zanier.
Per recuperare il gettito perso sugli edifici storici e artistici la maggioranza ha ottenuto di innalzare allo 0,7% l'imposta sugli alloggi dati in comodato gratuito a familiari (prima l'aliquota era il 0,58%). L'aliquota Imi ordinaria è stata fissata nello 0,91% contro lo 0,92% previsto tre settimane fa. Sulla prima casa si pagherà lo 0,4% con detrazione di 557,37 euro. I proprietari di immobili residenti all'estero pagheranno un'imposta pari allo 0,76%, mentre alloggi sfitti e immobili categoria D/5 pagheranno il massimo, l'1,26%. Attività commerciali e negozi pagheranno lo 0,56%, agriturismo e affittacamere come immobili rurali funzionali all'attività agricola pagheranno un'imposta ridotta allo 0,2%.
La scelta della maggioranza di ricorrere all'emendamento presentato in aula la sera del voto per variare all'ultimo istante le aliquote in seguito all'accordo politico raggiunto tra i partiti della coalizione di governo è stata contestata dal Pd che avrebbe voluto la riconvocazione della commissione bilancio e la presentazione di una nuova delibera corretta. I tre consiglieri hanno abbandonato l'aula dopo aver partecipato al voto sul regolamento, per cui sono stati approvati anche due loro emendamenti.
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