La malattia

Epatiti sconosciute nei bimbi, i laboratori Asl preparano i test 

Pierpaolo Bertoli (Asl): «Siamo al lavoro per definire ed individuare i test che servono per una diagnosi tempestiva». Elisabetta Pagani (Microbiologia): «Valuteremo l’eventuale positività per Adenovirus o a virus gastroenterici e respiratori»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Si allarga la preoccupazione per le epatiti acute di origine sconosciuta, che colpiscono bambini, in alcuni casi con forme così gravi da provocare un'insufficienza d'organo che costringe al trapianto. Il ministero della Salute ha comunicato a tutte le Aziende sanitarie di monitorare e segnalare eventuali casi non conformi alle epatiti classiche.

L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige è al lavoro per definire ed individuare i test necessari per una diagnosi tempestiva. In totale nel mondo sono stati segnalati fino ad ora circa 190 casi di epatite grave nei bambini. I primi ad inizio aprile nel Regno Unito e da allora la malattia è stata identificata in almeno 12 paesi a livello globale. I sintomi cui fare attenzione sono vomito, diarrea e febbre e la comparsa di ittero (colorito giallo degli occhi e del viso).

Pierpaolo Bertoli - vicedirettore sanitario Asl - spiega che il ministero si è mosso ed ha trasmesso le direttive: «Che abbiamo subito girato ai reparti interessati. Tutti i pediatri sono stati allertati. Al momento, per fortuna, non registriamo alcun caso. Il laboratorio aziendale di Microbiologia e virologia - diretto dalla primaria Elisabetta Pagani - è al lavoro per definire i test necessari per una diagnosi tempestiva».

Pagani spiega stanno concordando un protocollo con il reparto di Pediatria del San Maurizio, guidato da Laura Battisti.

«L’ultima circolare ministeriale - precisa Elisabetta Pagani - chiede di effettuare anche un approfondimento di laboratorio per i casi sospetti. Valuteremo l’eventuale positività per Adenovirus ma non solo. In caso di sospetta epatite in primo luogo sarà verificata la positività/ negatività ai virus epatici A, B, C, D, E. Se questi fossero negativi, oltre agli Adenovirus, che generalmente non causano epatite, se non raramente in caso di complicanza in soggetti immunocompromessi, verifichermo la presenza di altri virus gastroenterici e respiratori. Saranno inoltre verificati i virus erpetici che possono dare epatiti».

Secondo vari esperti, la teoria principale è che si possa trattare di un'infezione virale forse causata da un Adenovirus, una famiglia comune di virus che può causare il comune raffreddore. Anche se ieri sera l’istituto superiore di sanità spiegava che l'ipotesi che sia un Adenovirus a causare le epatiti è di per sé improbabile».

Una delle ipotesi al vaglio è che la scarsa esposizione a questo virus molto diffuso entro il decimo anno di vita abbia provocato nei bimbi una diminuzione di anticorpi anche a causa delle restrizioni causate dal lockdown.

Gli esperti stanno cercando di capire se l'Adenovirus sia mutato, causando così malattia più grave, o se possa agire insieme ad un altro virus, incluso il Covid. Qualsiasi collegamento con i vaccini anti Covid è stato escluso, poiché i bambini colpiti in Gran Bretagna, non erano vaccinati. E poi perchè i più colpiti sono i piccoli sotto i 5 anni, che non vengono vaccinati.

Rosalba Leuzzi - pediatra e segretaria provinciale Fimp (Federazione italiana medici pediatri) - spiega che la Pediatria di famiglia ha dato immediata disponibilità ed è stata attivata una rete di sorveglianza sul territorio per i casi di epatite che si dovessero verificare: «Per ora in Italia sono fortunatamente pochi».

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri parla di una decina di segnalazioni, un trapianto è stato fatto e tre casi sono confermati ma attenzione a pensare che ogni caso di epatite nei bambini sia di origine sconosciuta.













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