Erasmus, la coda per studiare in Europa

L’Ue ha un budget di 14,7 miliardi dal 2014 al 2020. A Bolzano oltre 100 domande l’anno, nel 2013 sono partiti 78 studenti


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Davanti all’ufficio di Sonia Melis, responsabile delle relazioni internazionali della Lub, c’è (quasi) sempre la coda. Sono sempre di più, infatti, gli studenti universitari che vogliono trascorrere un anno all’estero. Poco importa dove, dalla Turchia alla Finlandia, a seconda della facoltà e della specializzazione. A Economia, solitamente, ce la fa uno su due, mentre altrove le percentuali sono più alte. Il budget dell’Ue per il programma Erasmus + (per il periodo compreso tra il 2014 il 2020) è di 14,7 miliardi e tra gli atenei accreditati con l’«Eche» (“Erasmus charter for higher education”) c’è anche Bolzano. Proprio l’altroieri c’è stato un incontro orientativo, a cui seguiranno le selezioni per il prossimo anno accademico.

Anche a Bolzano c’è la fila per fare l’Erasmus?

«Sì, il numero di studenti è cresciuto molto negli anni. E nell’ultimo biennio le richieste si sono stabilizzate poco oltre quota cento».

Ma in quanti riescono, poi, a partire?

«Nel 2013 hanno trascorso l’anno all’estero 78 ragazzi mentre ne sono arrivati da altri atenei 76».

A quanto ammontano i fondi che l’Ue assegna alla nostra provincia per l’Erasmus?

«Solitamente oscillano tra i 150 e i 170 mila euro. E le risorse disponibili vengono ripartite tra gli studenti prescelti».

Quali sono i criteri di selezione?

«La scelta avviene a livello di facoltà e i criteri sono tre: voti e crediti, la conoscenza delle lingue e le motivazioni».

L’anno accademico in corso sarà l’ultimo dell’Erasmus «classico». Come cambierà a partire da settembre?

«Per il periodo 2014-2020 l’Ue ha accorpato tutti i programmi di formazione europea, che comprendono oltre al vecchio Erasmus (con possibilità di studio, tirocinio, insegnamento e formazione professionale) anche Leonardo, Mundus eccetera».

Cosa significa per Bolzano aver ottenuto l’accreditamento?

«Innanzitutto la possibilità di partecipare ai bandi internazionali. Tra marzo e aprile abbiamo risposto a cinque “call”, come si chiamano in gergo. Con l’”Eche” abbiamo ottenuto, oltre all’accreditamento, anche un importante riconoscimento di qualità».

Quali sono le novità principali dell’Erasmus +?

«Di sicuro ci aspetta una grande sfida. I programmi tengono conto della crisi mondiale e l’obiettivo principale è quello di migliorare “l’occupabilità” dei cittadini europei. L’accorpamento ha permesso una maggiore interazione fra i vari programmi. Si è alzata la qualità e c’è stata una semplificazione delle pratiche amministrative».

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