Euronics: in coda dalle 7 per lavatrici e iPhone

Numero chiuso per la svendita dopo l’incendio del 27 dicembre Centinaia di persone in attesa per ore: guardie giurate per evitare la ressa


di Davide Pasquali


BOLZANO. Tre o quattro famiglie erano già davanti al negozio alle sette e trenta scarse del mattino, quasi tre ore prima dell’apertura della super svendita. Portico occupato in forze, bivacco al freddo, ma con la certezza d’entrare, e di sicuro, per primi. E lo stesso si è ripetuto nel dopopranzo: riapertura prevista alle ore 15, decine di persone davanti alle vetrine del negozio già alle 13 e qualche minuto, nello stesso momento in cui le guardie giurate, stremate da tre ore di assalto, chiudevano la porta all’ingresso. Stiamo parlando del negozio Euronics di corso Libertà, che ieri mattina ha aperto le porte per la svendita pre chiusura, che andrà avanti fino al 7 di marzo. Cinquanta per cento di sconto su tutti i prodotti esposti in negozio. Con centinaia di persone interessate. Tanto da attendere, per ore, di essere ammessi in negozio.

In città, come altrove, le svendite ormai lasciano il tempo che trovano. Fine inverno o fine estate, poco conta. Non attirano più come nei decenni passati. Soltanto l’elettronica di consumo, ancora, attira un bel po’. Basti pensare a due episodi del recente passato: l’inaugurazione del Trony al Centrum di via Galvani o la reinagurazione del rinnovato Mediaworld al centro commerciale Twenty di via Galilei. Se è concesso chiamarle così, le orde barbariche digitali, in coda ore prima dell’apertura. In caccia di iPhone e chincaglieria elettronica varia.

Il fenomeno si è ripresentato ieri mattina, poco dopo le ore sette del mattino. In tanti, nel weekend, complice il mercato del sabato, si erano accorti delle vetrofanie appiccicate alla vetrine sotto i portici di corso Libertà: da mercoledì 17 febbraio via alla supersvendita, orario 10-13, 15-18. Tutta la merce esposta in vendita con lo sconto del cinquanta per cento.

In fila c’è davvero la qualunque. C’è la signora di una certa età, scettica per professione: «Non credo che venderanno davvero tutto al 50%, di certo non i cellulari, che poi è l’unica cosa che interessa». C’è chi lavora il pomeriggio, e allora tanto vale passare un’ora in fila al mattino, «che magari mi esce la lavatrice a metà prezzo». C’è chi è lì per curiosità, chi per necessità. Addirittura, in fila stanno dei pensionati. Alcuni ammettono candidamente: pagati per stare in coda al posto di chi non ha voglia/tempo di farlo. C’è chi attende e poi, al momento di entrare, chiama al cellulare e lascia il posto a chi gli dà la mancia, e c’è chi invece entra proprio in negozio. Come alle aste nei film: a seconda di come butta, il committente ordina di comprare questo o quello.

Dentro, i commessi, che da inizio marzo saranno a casa, perché il negozio chiude. Fuori, accanto all’ultimo Modena Vision rimasto in città, chiuso dall’estate ma ancora con dentro tutti gli occhiali esposti, stanno le guardie giurate. Si entra uno alla volta, solo se esce qualcuno. E a uscire ci sono mani vuote, ma pure piene: lavatrici ordinate, scope elettriche, phon. Piove, e per passarsi le ore c’è in fila c’è pure qualche profugo. Gli altri, mormorano i bolzanini a passeggio sotto i portici, stanno alla Civica.

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