Evade e muore in fuga nei boschi

Reinhold Purer, brissinese di 47 anni, era scappato dal carcere di Verona dieci giorni fa, si era nascosto sopra Vandoies


di Susanna Petrone


BOLZANO. Di giorno poteva lasciare il carcere di Verona per lavorare come bibliotecario. Ma il 15 ottobre Reinhold Purer, brissinese di 47 anni, non si è presentato al rientro in penitenziario, diventando ufficialmente un ricercato. È finita in maniera tragica la sua fuga: ieri mattina, nei boschi di Vallarga, frazione di Vandoies, è stato ritrovato il suo corpo. E’ caduto, spezzandosi il collo.

Purer è stato trovato alle 8.40 da una contadina, a pochi metri dal maso “Satzinger”. Sul posto sono giunti subito i carabinieri che hanno interdetto l’area. Il medico ha accertato che Purer era già morto da diverse ore. Probabilmente da venerdì sera. Viste le temperature molto basse, l’uomo aveva tentato di raggiungere il fienile del maso, per poter trascorrere la notte al coperto. Ma a causa dell’oscurità, probabilmente, non ha notato la scarpata sottostante. Sarebbe caduto, rompendosi l’osso del collo e morendo sul colpo.

Il 47enne era noto alle forze dell’ordine. Nato nel 1967 a Bressanone, per molti anni aveva lavorato come macellaio presso la città vescovile. Poi però la sua vita prese una brutta piega: arrestato a 30 anni, nel 1997, per il tentato omicidio della fidanzata. Purer aveva passato il Capodanno a Settequerce, a casa della donna. Quella sera, lei aveva deciso di troncare il rapporto. Purer perse le staffe e cercò di soffocarla con una cravatta. La giovane si salvò per miracolo. Fu accusato di tentato omicidio. Nel 1999 Reinhold convinse i giudici che non voleva ucciderla. I magistrati, dunque, decisero di derubricare l’imputazione da tentato omicidio a lesioni personali aggravate. Purer si trasferì a Terlano e per qualche anno di lui non si seppe più nulla. Nel 2002, però, venne coinvolto in un grave incidente. Passò un lungo periodo di degenza in una struttura di Merano. Reinhold era un uomo affascinante. E lo sapeva. Quattro infermiere si erano innamorate di lui e non si erano accorte di come il biondo brissinese “alleggeriva” i loro conti correnti. Tre di loro l’avevano perdonato, mentre la quarta - che ci aveva rimesso la bellezza di 19 mila euro - lo denunciò. Reinhold venne condannato di nuovo: questa volta per truffa, ricettazione e falso in scrittura privata. Gli vennero concessi i domiciliari ma scappò. In quel caso la sua fuga si concluse con un arresto. Venne fermato dai carabinieri di Laces. Negli ultimi anni era recluso a Verona per una serie di furti. Doveva scontare ancora quattro anni. Gli era stata concessa la semilibertà. Lavorava presso una biblioteca. Fino a dieci giorni fa aveva sempre rispettato gli orari di rientro. Il 15 ottobre non si è presentato in carcere e sono scattate le ricerche. Della sua fuga erano state avvisate anche le forze dell’ordine dell’Alto Adige. Non si poteva escludere che cercasse di nascondersi presso un parente o un vecchio amico. Ma Reinhold Purer, probabilmente, gli ultimi dieci giorni li ha trascorsi nei boschi vicino a Bressanone e Vandoies. Ed è lì che ha incontrato il suo tragico destino. Nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia.

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