Excelsior: «Il nostro scudetto? Giocare»

Ospite dell’Alto Adige la squadra dove tutti hanno diritto di scendere in campo, oggi alle 16 la partita per Lele Pirilli


di Alan Conti


BOLZANO. In visita all’Alto Adige sono arrivate squadre con le coppe conquistate in Italia e nel Mondo in mano. Campioni con le medaglie olimpiche al collo e con gli allori continentali in testa. I ragazzi dell'Excelsior, invece, hanno portato loro stessi perché semplicemente scendendo in campo vincono un premio. È la stessa esistenza di una squadra simile, infatti, a rendere straordinario il panorama calcistico altoatesino. Sul progetto ideato dall'associazione La Strada-Der Weg si sono scritti fiumi di inchiostro in ogni angolo del mondo. Addirittura un regista francese, Jean Gaudry, è arrivato a Bolzano da Marsiglia per realizzare un documentario su questa squadra. Una pellicola proiettata due volte in città, con grande successo di pubblico, e adesso, in giro per diverse sale italiane. La filosofia è nota e prende il calcio riavvolgendolo alla sua origine naturale di gioco e aggregatore sociale: all'Excelsior giocano tutti, indipendentemente dalle qualità tecniche. Un'idea subito sposata e sostenuta da don Giancarlo Bertagnolli, anima de La Strada. Un fil rouge che si innesta, dunque, nel lavoro di un'associazione che si occupa anche di inserimento sociale di giovani con difficoltà. Lo spogliatoio della squadra, gestito negli anni da Valter Vezzù, Stefano Pedrera ed Antonio La Cedra, è diventato presto un melting-pot di appassionati, stranieri in via di integrazione, ragazzi in cerca di una strada e volontari. Un laboratorio sociale cadenzato da uno strumento chiamato minutometro: una tabella di calcolo dei minuti giocati in modo che tutti stiano in campo lo stesso tempo. Tutto con quella dolce ossessione del fair play che, per questi atleti, ha trasformato la Coppa Disciplina assegnata dalla Figc provinciale alla squadra che riceve meno cartellini rossi e gialli in una Champions League. Quest'anno sono ancora in testa nella classifica e corrono per l'ennesima affermazione in terza categoria: un vanto per tutti, forse poco celebrato anche da chi il calcio lo governa seguendo sempre le stesse logiche.

Ieri, dunque, la redazione ha vissuto un incontro che esce dagli schemi tradizionali. «Di solito ospitiamo chi vince gli scudetti - il commento del direttore Alberto Faustini - ma noi siamo un giornale che ama raccontare le storie e voi valorizzate anche il nostro lavoro quando raccontiamo la vostra bella storia. Rappresentate una città che sa cambiare, essere solidale e riscoprire i valori con grande generosità. Nel film, poi, c’è una scena girata proprio nella nostra redazione in cui si parla di Pierre de Coubertin: esattamente il vostro simbolo». Massimo Antonino, responsabile del progetto Excelsior per La Strada ha regalato un pallone con le firme di tutti i ragazzi . «Per noi è fondamentale la vostra attenzione. Significa avere la possibilità di trasmettere una certa cultura dello sport». Oggi alle 16 l’Excelsior affronterà ai Campi Resia la sua partita più importante, quella dedicata alla memoria di Daniele “Lele” Pirilli. Un ragazzo che ha combattuto con il sorriso e la caparbietà contro la malattia. A volte gli scudetti non si cuciono sul petto, ma si portano semplicemente nel cuore.

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