Finanza locale, Spagnolli: «Non firmo»

Il sindaco: «Il peso dei tagli cade sui più deboli. Io non aumento le tariffe». Gallo: «Bolzano perde diversi milioni per l’Imi»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «La Provincia si fa bella e i Comuni pagano: ora basta»: a scatenare la reazione dell'assessore bolzanino Luigi Gallo è stato l'ultimo testo sull'Imi approvato dalla commissione legislativa in Consiglio provinciale che prevede ulteriori detrazioni per varie categorie di immobili. «Sono riusciti a esentare perfino le cappelle private e a bocciare le proposte dei Comuni, a partire dalla richiesta che la Provincia preveda rimborsi integrali per tutte le detrazioni previste. Così non va». Ma in soldoni, dall'Imi, Bolzano quanto rischia di perdere? Tre o quattro milioni almeno. «Il presidente Kompatscher - continua Gallo - ha assicurato che rimborserà ai Comuni 45 dei 55 milioni di euro derivanti dal gettito Imi e a pagare dazio sarà, in prima battuta, proprio Bolzano». La partita, conti alla mano (sia per l’Imi che per l'ex quota pro-capite), proseguirà giovedì nel cda del Consorzio dei Comuni e c'è da scommettere che diversi sindaci punteranno i piedi. Bolzano e Laives in primis, ma Merano è pronta ad accodarsi. La distanza tra Comune e Provincia è grande, nonostante il gran prodigarsi di Kompatscher.

Il «no» del sindaco. A confermarlo sono le parole del sindaco Spagnolli, che non vuole firmare l'accordo sulla finanza locale: «Il peso dei tagli - sottolinea il primo cittadino - cadrà ancora sulle fasce deboli della città. Non posso firmare e quindi accettarlo». Perdere anche solo una manciata di milioni per il capoluogo significa fare altre importanti rinunce. «Il tema è più generale. Si tratta di entrate correnti, che servono a pagare servizi. Se si ha di meno, si fanno anche meno servizi». Con meno quattrini Bolzano (ma non solo) potrebbe essere costretta a rivedere le tariffe dei servizi. «Ma con servizi - continua il sindaco - intendo tappare buchi sulle strade, mantenere edifici pubblici, pagare operatori culturali, sportivi e sociali e quant'altro. Se non abbiamo abbastanza soldi per finanziarli, o ne chiediamo di più ai residenti, ci rimettono le fasce deboli. O non svolgiamo i servizi e ci rimettono sempre le fasce deboli».

Il nodo Imi. «Il gettito - spiega Fabio Bovolon della ripartizione Amministrazione delle risorse finanziarie del Comune di Bolzano - con la vecchia Imu era di 28 milioni di euro, mentre con la nuova legge provinciale sull'Imi, a seguito delle varie esenzioni, incasseremo circa 15 milioni in meno. Cifra che verrà compensata, speriamo nella misura più ampia possibile, dalla Provincia».

Ad incidere sul minor gettito saranno diversi fattori.

«Alla detrazione per la prima casa, che è stata alzata del 15%, vanno sommati 50 euro a partire dal secondo figlio, a cui bisogna aggiungere l'agevolazione per le imprese». L’aliquota è scesa dal 7,6 allo 0,56 per mille. E a fruirne saranno anche negozi, laboratori artigiani, industrie, banche, alberghi e cinema.

Le seconde case. Bolzano, per incamerare più soldi, potrebbe decidere di aumentare l'aliquota sulle seconde case, che sono 19 mila. «La legge - continua Bovolon - ci consente di aumentare l'aliquota dello 0,50, ma solo per le seconde case lasciate sfitte, che sono forse un migliaio. Il gettito che ne ricaverebbe il Comune sarebbe comunque modesto».

Il minor gettito per Bolzano con l'Imi ha più spiegazioni. «Pesano le detrazioni più alte per le famiglie, l'aliquota ridotta per le case Ipes che in città sono 7 mila e le forti agevolazioni per le imprese, dai negozi ai laboratori artigianali, dagli hotel alle banche».

Duplice la lettura della nuova legge provinciale che dà Bovolon: «Dal punto di vista della semplificazione, se comparata alla legge statale, è una buona legge. Sotto il profilo dei trasferimenti viene castrata invece la leva fiscale. I Comuni, così, sono legati a filo doppio alla norma sulla finanza locale e non possono fare programmazione per il lungo periodo. E questo vale anche per l'incertezza legata all'ex quota pro-capite». Restando all'Imi a Bolzano ci sono 25.500 prime case, a cui bisogna aggiungere 7 mila case Ipes e 19 mila seconde case. I negozi sono 3.500 e i laboratori artigiani 500 ma bisogna ricordare altre 6 mila imprese tra opifici, alberghi, cinema, case di cura, banche e quant'altro.

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