Fondi, chiesto il processo per Durnwalder

La Procura ha depositato richiesta di rinvio a giudizio per peculato e finanziamento illecito al partito. Udienza il 10 giugno


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La deposizione difensiva direttamente davanti al magistrato e le ulteriori memorie degli avvocati difensori non hanno sortito alcun effetto. Per le cosiddette «spese riservate» l’ex governatore Luis Durnwalder ora rischia il processo per peculato e finanziamento illecito ai partiti. Il procuratore capo Guido Rispoli ha infatti depositato richiesta di rinvio a giudizio che dovrà essere vagliata tra poco più di un mese (il 10 giugno) dal giudice dell’udienza preliminare Silvia Monaco. La difesa, dunque, non è riuscita a far cambiare posizione al procuratore che ritiene l’impianto accusatorio estremamente solido. Ogni spesa è stata passata al setaccio.

Accuse precise. L’atto d’accusa è costituito da 172 cartelle dattiloscritte con le tabelle delle spese contestate, tutte comunque effettuate sulla base di quanto previsto dalla legge provinciale ad hoc dell'agosto 1994. Il periodo contestato va dal 2004 al 2012 per una somma complessiva di 556.189,65 euro.

L’ex governatore non è accusato di aver utilizzato per fini personali i soldi disponibili del fondo, ma di averli usati in maniera non conforme alle norme generali della contabilità pubblica che non possono essere disattese da una semplice legge provinciale. A fare da battistrada su questo punto c’è il pronunciamento della Corte di Cassazione del 2009. Ma in quella sentenza la Suprema Corte fornì importanti indicazioni giuridiche generali in merito alla gestione delle «spese riservate» di due ex presidenti della Regione Sicilia. Anche in assenza di un obbligo di rendicontazione - sottolineò la Cassazione - non si può mai sottrarsi all'obbligo di una adeguata giustificazione contabile perchè vengono utilizzati soldi pubblici strettamente collegati alla funzione amministrativa.

Potere di spesa. «Non è compatibile con la Costituzione - scrisse la Cassazione - l'ipotesi di un potere di spesa di denaro pubblico sottratto ad ogni tipo di controllo». L’atto di accusa del procuratore Guido Rispoli si basa su aquesti principi ed è suddisivo in cinque capitoli. Il primo (per una spesa di 343.470) riguarda importi corrisposti a terzi ("uti princeps") a titolo di elargizioni, offerte o donazioni in assenza di una «giustificazione causale certa». In particolare gli importi considerati in questo capitolo risultano giustificati solo attraverso informali "autocertificazioni" redatte dallo stesso Durnwalder senza alcuna attestazione sottoscritta dalla persona beneficiaria della donazione. Il secondo capitolo di contestazione (per una spesa di 105.041,14 euro) riguarda importi corrisposti a terzi da Durnwalder (con giustificazione causale certa, cioè a fronte di fatture o scontrini fiscali) nell'ambito però di finalità secondo la Procura non strettamente connesse all'esercizio della sua funzione.

Le compensazioni. Il terzo capitolo (per una spesa di 93.571,17 euro) riguarda importi impiegati a vario titolo (ma non elargiti a terzi) in presenza di giustificazione causale certa ma nell'ambito di finalità non strettamente connesse all'esercizio delle funzioni istituzionali. Il quarto capitolo (per una spesa di 14.107,34 euro) riguarda importi corrisposti a terzi dal presidente Durnwalder nell'ambito delle attività connesse all'esercizio della sua funzione ma in assenza di una giustificazione causale certa. Il quinto capitolo dell'atto di accusa nei confronti di Durnwalder riguarda il "modus operandi" del presidente che ha ammesso di aver impiegato importi (per complessivi 180.731,92 euro) per spese dichiaratamente private compensate indebitamente -scrive la Procura - con crediti personali privi di requisiti di certezza e legittimità per presunte anticipazioni personali dello stesso presidente. L'ultima contestazione riguarda la presunta violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti in relazione a piccoli importi che il presidente Durnwalder avrebbe elargito in tre occasioni a favore dalla «Junge Generation», il movimento giovanile della Volkspartei.

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