Fu soccorsa senza medico per il codice sbagliato

Un’ulcera gastrica venne così scambiata per effetto di un attacco influenzale Una donna di 76 anni morì in casa. La Procura chiede l’archiviazione del caso


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Nel maggio di tre anni fa una donna di 76 anni di Bolzano si sentì male a casa, chiese l’intervento dapprima del medico di guardia e poi del 118, non venne ricoverata in ospedale sebbene il quadro clinico fosse allarmante, ed il giorno dopo morì. La vicenda è approdata in tribunale a seguito della denuncia dei famigliari della vittima. Stanno ancora aspettando giustizia ma rischiano concretamente di veder chiudere il caso con un nulla di fatto. La Procura, infatti, ha chiesto l’archiviazione del caso. Figli e parenti hanno però esercitato opposizione e dopo aver contestato in udienza le conclusioni di una perizia depositata agli atti, ora attendono il giudizio decisivo del giudice delle indagini preliminari Emilio Schönsberg che potrebbe anche ribaltare la situazione ed imporre il rinvio a giudizio degli imputati. Sotto accusa, con l’ipotesi di concorso in omicidio colposo, ci sono un operatore telefonico in servizio al centralino del 118 ed un infermiere della Croce Rossa che venne inviato sul posto assieme ad un collega, senza supporto medico. Per la parte civile (l’avvocato Christian Aureli) fu un intervento inadeguato in quanto il centralinista non avrebbe valutato correttamente una situazione clinica che in realtà era critica. Di conseguenza a casa dell’anziana venne inviato un equipaggio della Croce Rossa in codice giallo (anzichè rosso). A seguito dell’assenza di un medico la situazione sarebbe stata sottovalutata al punto da scambiare per attacco influenzale un ’emorragia intestinale in corso a seguito di un’ulcera gastrica. Agli atti del procedimento c’è anche la registrazione della telefonata. Il legale del centralinista del 118 (l’avvocato Mauro De Pascalis) ha basato la sua difesa su due elementi cardine: la presunta indicazione non chiara della situazione al telefono da parte della figlia al momento della richiesta di aiuto e la mancanza di un sistema tecnico adeguato per l’individuazione corretto (da parte del centralinista del 118) del livello di emergenza. Quest’ultimo punto era già emerso alcuni anni fa in occasione di un procedimento analogo. In quell’occasione tutti gli imputati furono assolti ma l’organizzazione nella gestione delle emergenze non è mai cambiata. Per la Procura anche questo caso dovrebbe finire in un nulla di fatto ma i famigliari della vittima si stanno opponendo perchè sono convinti di non aver avuto, per l’occasione, un adeguato servizio di emergenza sanitaria.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità