Furgone assaltato in A22, quattro arresti

Una banda su due vetture cerca di speronare e derubare un grossista di gioielli: inseguimento da far west in autostrada


di Alan Conti


BOLZANO. Sembra una sceneggiatura degna di Hollywood non fosse che nel cinema americano difficilmente qualcosa va storto. Il tentato furto registrato ieri mattina lungo l'autostrada del Brennero ha innegabilmente tutti gli ingredienti per colpire l'immaginazione. Sono le 10 quando, all'altezza di Bressanone, due automobili affiancano un furgoncino di un rappresentante di gioielli polacco proveniente da Vicenza e diretto a nord. Polacca anche la targa del mezzo. Lo stavano inseguendo da 150 chilometri in attesa di una sosta all’area di servizio. Pausa che tarda ad arrivare con un’attesa che snerva i malviventi, quattro in tutto. Le due vetture, una Opel Astra e un’Audi cercano di speronare il furgoncino che all'interno trasportava ori per un valore di circa 100.000 euro. Gli assalitori, tutti cittadini bulgari finti giostrai nomadi della zona di Padova e Venezia, avevano evidentemente studiato i movimenti del grossista. La manovra d’assalto è “a tenaglia” con tentativo di urto: il tutto con enormi pericoli di incidente per tutti gli altri veicoli in circolazione su quel tratto di autostrada. Il rappresentante capisce quel che sta succedendo, riesce a sfuggire all’assalto ed a chiamare le forze dell'ordine. Immediatamente scatta il piano anti rapina con posti di blocco, elicottero e pantere della polizia. A questo punto intervengono sia la squadra volante sia la mobile nelle operazioni coordinate interamente dalla questura. Azioni seguite anche dalla stradale e dal Coa. Individuate le due auto scatta quasi subito un inseguimento, anche questo pericoloso. All’altezza di Bressanone, infatti, i fuggitivi utilizzano il bypass per un’azzardata inversione a “U” e imboccare la direzione sud a tutta velocità. La prima automobile viene fermata dopo parecchi chilometri a San Michele all'Adige: dentro c'è Marilena Steppic che viene portata in questura. L'altra macchina arriva al casello di Bolzano sud prima di essere stoppata in prossimità dell'inceneritore. I tre occupanti sono Denis Hudorovich, Daniel Deregna e Patrizio Hodorovich. Subito hanno cercato la fuga per le campagne con l’obiettivo di attraversare il fiume ma, inseguiti, non sono andati lontano dalla recinzione autostradale fermandosi a due passi dalla riva. Anche per loro il viaggio successivo è verso la questura per gli accertamenti e l’arresto.

ll capo d’accusa nei loro confronti è di tentato furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Patrizio Hodorovich, in particolare, viene segnalato dalla polizia come particolarmente “esperto” di furti ai danni di orafi con placcaggio in autostrada. Nel suo passato assalti con foramenti di gomme e agguati proprio nelle aree di servizio. Sempre ai danni di rappresentanti con gioielli. Nessuno, comunque, (tranne Steppic) aveva precedenti per reati predatori.

L’episodio, comunque, ha visto per la prima volta all’opera il nuovo piano anti rapina predisposto dalla questura di Bolzano con particolari potenziamenti atti a contrastare proprio il fenomeno del “pendolarismo” dei criminali che negli ultimi mesi si era fatto più frequente nel territorio provinciale. Il meccanismo ha funzionato rapidamente e piuttosto efficacemente.

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