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Giro di vite per gli affittacamere. Il Comune di Bolzano: «Imi troppo bassa»

La proposta del sindaco Caramaschi al Consorzio dei Comuni: «Alzare l’aliquota che attualmente è allo 0,56 contro lo 0,9 delle locazioni “tradizionali”; da rivedere anche il tasso di occupazione: il 25% all’anno è poco»


Antonella Mattioli


BOLZANO. Un'aliquota Imi più pesante e un tasso di occupazione più alto. Queste le richieste del Comune di Bolzano deciso a dare un giro di vite agli affittacamere che - potendo beneficiare di una serie di agevolazioni - stanno sottraendo alloggi al mercato degli affitti tradizionali a favore degli affitti brevi per i turisti. Una formula sempre più apprezzata dai proprietari di immobili, perché garantisce incassi sicuri e praticamente zero problemi con gli affittuari.

L'altro giorno il sindaco Renzo Caramaschi, assieme a Sonja Pichler, direttrice dell'Ufficio tributi, ha incontrato il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer. «Ho presentato - spiega il sindaco - la nostra proposta, ma non sarà facile farla approvare dal Consorzio che rappresenta tutti i Comuni. L'obiettivo è arrivare ad una proposta unitaria da mandare in Provincia affinché modifichino la legge provinciale».

L'aliquota troppo bassa

«Come Comune - spiega il sindaco - agli affittacamere abbiamo applicato l'aliquota Imi più alta prevista dalla normativa provinciale che è pari allo 0,56. Ciononostante la riteniamo troppo bassa, perché l'aliquota fissata per gli affitti normali - indipendentemente dal tipo di locazione e dal fatto che il locatario abbia o meno la residenza qui - è pari allo 0,9; fatta eccezione per gli affitti a studenti, fissata allo 0,7».

Il Comune, come prima cosa, chiede dunque di poter alzare l'aliquota per gli affittacamere. La seconda richiesta riguarda il tasso di occupazione di stanze o appartamenti gestiti da affittacamere. «La legge provinciale stabilisce che, per avere l'agevolazione sull'Imi, ci debba essere un livello minimo di occupazione/giorni durante l'anno. Nel 2023 come consiglio comunale abbiamo optato per il 40% che era il tetto massimo stabilito dalla legge».

Poi, nell'autunno scorso, alla vigilia delle elezioni, la giunta provinciale ha deciso che è sufficiente che stanze/appartamento abbiano un'occupazione solo del 15-25% giorni/anno. «Anche in questo caso, dovendo recepire la normativa provinciale, abbiamo scelto il tasso di occupazione del 25%, ma è troppo poco. Perché basta che stanze e appartamenti siano affittati per un paio di mesi all'anno e il proprietario ha diritto alla "sconto" sull'aliquota Imi. Chiediamo di poter introdurre il tasso di occupazione minino del 40%, com'era prima della modifica».

Stop agli affittacamere

Nei giorni scorsi la giunta comunale ha approvato il regolamento sui posti letto a Bolzano presentato dall'assessora Johanna Ramoser. Nel capoluogo ci sono 5.998 posti letto, di cui 4.163 nelle strutture alberghiere, 1.529 presso gli affittacamere (800 in più negli ultimi 4 anni), 306 negli agriturismi.

In base a quanto stabilito dalla Provincia il capoluogo potrà crescere, nei prossimi anni, di 229 posti letto. Il regolamento stabilisce come potranno essere distribuiti: 209 nelle strutture alberghiere; 20 in più sono destinati agli agriturismi e zero agli affitticamere.

Il motivo dello stop all'ultima categoria è chiaro: evitare che gli alloggi disponibili vengano destinati agli affitti brevi in una città in cui già è difficilissimo affittare casa a prezzi accessibili.

I vantaggi per gli agritur

L'assessore Stefano Fattor, nell'ultima riunione del Consorzio, ha contestato le agevolazioni concesse in particolare agli agricoltori di città che spesso e volentieri offrono la possibilità di fare agriturismo nei masi. «Non solo godono - spiega Fattor - dell'Imi agevolata, ma anche della deroga al "tetto ai posti letto" (introdotto per limitare l'overturism).

Norme ad hoc per la categoria che si sono aggiunte a quelle urbanistiche. Nel tempo gli edifici nel verde agricolo hanno infatti potuto ingrandirsi di 900 metri cubi (300 metri quadrati) che a chi ne ha usufruito sono costati il solo prezzo di costruzione (4-500.000 euro). Sono stati riempiti di stanze e alloggi per vacanze brevi che godono delle agevolazioni concesse agli affittacamere».

Secondo l'assessore, gli agricoltori sono da agevolare perché preziosi ma «Non è giusto parificare il contadino che fatica nel maso a 1500 metri con quello che se l'è ritrovato in eredità nel cuneo verde (spesso con piscina) con rendite di posizione mostruose (mentre per i bolzanini "normali" le case sono inaccessibili). Di qui la richiesta di differenziare tra agricoltori di montagna e di città.













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