Glas Müller, speranze appese a un filo 

Contatti continui per trovare un compratore. Stocker: «Non lasceremo soli i lavoratori». Il sindaco: chiusura da scongiurare


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Glas Müller - azienda specializzata nella produzione di vetri isolanti multifunzionali che riducono consumi e rumori - con i conti a posto, rischia di chiudere e lasciare a casa 41 dipendenti. Succede perché da tempo la proprietà per questioni personali, anagrafiche e perché non può contare su dei successori, ha comunicato che si vede costretta a lasciare. Assoimprenditori ha appena formalizzato che se non si troverà un acquirente, il 13 luglio l’azienda cesserà l’attività e per questo è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo. La ditta sta comunque lavorando per trovare un acquirente solido e ne sarebbero stati già vagliati alcuni. Il problema però resta perchè il settore del vetro è particolare e perchè un eventuale compratore dovrebbe garantire continuità del nome, produzione ed occupazione. Stefano Parrichini, sindacalista Filctem Cgil, dice che è stata fissata un’assemblea per venerdì 15 giugno: «Sappiamo della ferma volontà dell’azienda di trovare un acquirente ma nel caso in cui non si riuscisse a vendere i 41 dipendenti - trenta operai, nove impiegati e due tirocinanti - devono sapere come muoversi. Stiamo lavorando ad un ipotesi di accordo con la proprietà nel caso in cui non ci fosse soluzione al licenziamento, per attivare gli ammortizzatori sociali». Il sindacalista precisa che l’unica via da percorrere è quella dei 24 mesi di disoccupazione. A latere ricordiamo che a maggio 2017 c’era stato un presidio del sindacato Usb lavoro privato davanti alla Glas Müller per le politiche messe in atto dalla direzione contro i lavoratori. A gennaio 2018 si ricorda una nuova protesta. L’Usb contestava, infatti, quello che considerava «un accordo capestro firmato da Cgil e Uil di categoria». «E questo subbuglio - dice oggi Parrichini - non è certo piaciuto ad eventuali acquirenti». E la questione della Glas Müller ha colto di sorpresa anche la Provincia. L’assessora al lavoro Martha Stocker sapeva che la proprietà voleva vendere ma non pensava che la questione precipitasse così. «Non credevo che fossero arrivati a questo punto. Sono comunque certa che si potrà trovare un acquirente. Fossero stati 4 o 5 anni fa, quando la crisi mordeva, non avrei parlato così. Ma oggi l’Alto Adige vanta un’economia forte, con aziende solide e sono più che sicura che qualcuno si farà avanti. Ovviamente nel caso in cui dovesse chiudere si attiveranno i due anni di disoccupazione e ci impegneremo anche per un eventuale formazione e riqualificazione del personale». Il sindaco - Renzo Caramaschi - lancia un appello ad Assoimprenditori: «La nostra economia è sana, non posso pensare che nel ricco Alto Adige non esista un imprenditore in grado di rilevare un’impresache ha più di cento anni ed i conti a posto, per continuare a farla fruttare!». Da parte sua Christine Müller, la proprietaria, in un’intervista rilasciata al nostro giornale nel 2010 aveva raccontato che tra il '93 e il '98, se ne erano andati il padre Eugen ed i fratelli Roger e Stefan e lei era rimasta sola alla guida dell’azienda. «Ha prevalso il senso di responsabilità - aveva raccontato - perchè vendere l'azienda poteva significare mettere a repentaglio il posto dei dipendenti. Mio padre non me l’avrebbe mai perdonata». E fu così che, quasi per caso, iniziò l'avventura nel mondo del vetro. Un impegno apprezzato anche a livello nazionale visto che per alcuni anni fu nominata presidente di Assovetro sezione "G" trasformatori di vetro piano. Nel 2004 si aggiudicò anche il premio innovazione imprenditoria femminile della Provincia. Christine Müller ha sempre creduto nella formazione del personale che aggiunto a Casaclima diventa ingrediente fondamentale per far prosperare l’azienda. Ma sono passati troppi anni, adesso deve per forza di cose passare la mano.













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