Gli inquilini sfrattati devastano l’appartamento

Il proprietario riesce a entrare due anni dopo la scadenza del contratto Lo attende una brutta sorpresa: porte demolite, letto sfondato, forno bruciato


di Federico Sanzovo


BOLZANO. La cornice della serratura della porta d'ingresso è staccata per metà e, quando si prova a girare la maniglia, inizia a dondolare. La situazione peggiora una volta dentro l'appartamento, dove di porte non ce n'è più nemmeno una. Il letto sfondato, le ante della cucina staccate, il forno bruciato, gli infissi letteralmente strappati dal muro, oggetti di vario genere sparsi sui pavimenti di ogni stanza. Quando Angelo Tonin è riuscito, dopo diverse battaglie legali, a rimettere piede nel suo appartamento in via Resia, si è trovato davanti una “sorpresa” amara. «Non so davvero cosa dire, ho impiegato oltre un anno per riuscire ad entrare in casa e questo è quello che ho trovato. Sono proprio senza parole, quando ho affittato l'appartamento non potevo immaginare che sarebbe potuta finire così”.

Angelo Tonin, infatti, aveva affittato il suo appartamento circa sette anni fa ad una madre con tre figli, sottoscrivendo un contratto di cinque anni: “All'inizio – racconta – andava tutto bene. Sì, ogni tanto non riuscivano a pagare il canone mensile in tempo, ma mi sono sempre adeguato capendo le difficoltà che si devono affrontare quando si hanno i figli a carico”. Ad essere precisi, però, questo non era l'unico aiuto che il signor Tonin dava ai suoi inquilini: “In realtà loro non hanno mai pagato le spese condominiali, allora in tutti questi anni ci ho pensato io”.

Alla naturale scadenza del contratto, però, sono sorti i primi problemi: “Io ho dato loro un preavviso di sei mesi, come da accordi, nel quale spiegavo che il contratto non sarebbe stato rinnovato”. A quel punto al signor Tonin è stata chiesta una proroga di un anno, che è stata accettata: “La scadenza – precisa – era fissata per aprile 2013, ma a quel punto abbiamo dovuto agire tramite l'avvocato, perché non c'era verso di farli muovere”. Si è così deciso di scegliere una nuova data, entro la quale l'appartamento doveva essere sgomberato.“ In febbraio avrebbero dovuto lasciare la casa. Problema finito? Neanche per sogno – sorride amaramente Tonin – perché a quel punto hanno deciso di fare ricorso, a causa del quale si è dovuta scegliere una nuova data per l'uscita”. L'appuntamento, per quella che sembra essere una storia senza fine, è fissato per il 5 agosto, ma anche in questa occasione Tonin non riesce ad entrare in casa: “L'avvocato ci ha chiesto se potevamo essere pazienti e attendere fino al 25 del mese: in questo modo ci veniva garantito che sarebbero usciti volontariamente, senza dover ricorrere all'intervento delle forze dell'ordine”. Così, ancora una volta, Tonin decide di aspettare, consentendo ai suoi inquilini di uscire di casa ed evitandogli non pochi problemi. Il risultato, però, non è stato quello desiderato: “Appena ho saputo che la casa era libera, ho deciso di entrare per vedere se era tutto apposto, se c'era qualcosa da sistemare. Immaginavo che sarebbe stato necessario fare qualche lavoretto, ma non potevo neanche pensare che mi sarei ritrovato un appartamento ridotto così: mi hanno distrutto tutti i mobili, spaccato una finestra, ci sono cd e cartacce buttate dappertutto, le porte sono tutte rotte, così come gli infissi, che avevo fatto fare nuovi quando erano entrati. Ma si può fare una cosa del genere?”.













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