Hollywood sul Guncina Villa Gostner è finita 

L’imprenditore: «Ho deciso di accelerare perché la città me lo chiedeva» Il cantiere aperto nel 2008 ha subito vari stop: gli ultimi lavori fermi dal 2012


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Adesso Josef Gostner dice: «È quasi finita, per primavera ci si potrà entrare. Ho deciso di accelerare i tempi perché tutta la città me lo chiedeva: basta con quel cantiere, sentivo dire... Bene ora lo chiudo». Eccola dunque la villa. È ormai come nel rendering dell’architetto Ute Oberrauch. Tale e quale al disegno: due scalinate che portano nel patio con le sue quattro colonne, due piani fuori terra, due sotto, cipressi a fianco, verde sul tetto. Mille metri di estensione, come la volumetria del vecchio maso, il Schallbauer, sul cui terreno ora sorge. Ma il problema è sempre stato lì, nella location. E riguardava le pendici del Guncina: troppo visibile, troppo invasivo, fuori contesto era il senso delle obiezioni. E dunque ostacoli, dubbi sulla sua capacità di integrarsi. Questo ha fatto di “villa Gostner” un dibattito a cielo aperto. Progettata nel 2000, subito dopo l’acquisto del lotto da parte dell’ad di “Fri-El”, gigante energetico dell’eolico, la villa ha subito le vicissitudini proprie di una impresa troppo in vetrina, che toccava una montagna che i bolzanini sentono propria e che ha esposto il suo proprietario a polemiche ora solo parzialmente sopite. «In effetti - dice Ute Oberrauch - il cantiere era posto su un quadrante molto sensibile. Circondato dal verde ma anche dalla curiosità di molti. Alla fine, dopo numerosi confronti con la committenza - rivela l’architetto - si è deciso di dividere il lotto in modo uniforme tra costruito e no. Il verde agricolo sarà fondamentale, per avere un generoso volume verde a schermare la villa stessa». Dunque è finita così: la villa “sarà una vera tenuta agricola” aggiunge Oberrauch. Metà del terreno sarà a villa, l’altra metà sarà parco. Ma servirà un cospicuo investimento Anche se la proprietà avrebbe appena acquistato dei vigneti per rendere produttiva l’area. «La mia idea è stata quella di ricordare da un lato le limonaie terrazzate, anche del Garda, - spiega Gostner - dall’altro le architetture classiche delle vecchie case di cura ottocentesche di Gries». E lo stile, tra il palladiano e il ricordo delle facciate di molte "Kurhauser" tra fine Ottocento e inizi Novecento. «Ma anche con forti richiami alla contemporaneità» aggiunge Ute Oberrauch. Del tipo? «Beh, nei mattoni a vista, che sono porosi. Nei materiali e nell’intonaco. Questo ha portato alla fine a costruire un edificio molto sano, traspirante, ecologico proprio per lo sforzo di impiegare tecniche antiche. Per il resto ho cercato di metterci semplicità e rigore di linee anche se l’imponenza della villa resta...». Non si vede ancora quello che ci sarà in primavera: piante ad alto fusto, cipressi, pergolati, piante sempreverdi, orti, molta macchia mediterranea. Tutto questo per ripristinare l’ambiente che un certo turismo d’antan cercava qui e che è stato anch’esso riprodotto più di un secolo fa, visto che in origine le pendici del Guncina erano rocciose. Il cantiere, ed ecco l’origine di tante polemiche, era fermo dal 2012 dopo essere stato avviato con difficoltà alcuni anni prima. «Il fatto che tutto fosse sottosopra - dice ancora Josef Gostner - è stata una delle ragioni dei tanti attacchi». In effetti il non finito creava uno stacco molto visibile sul fronte della montagna e faceva immaginare anche intenti speculativi. «In realtà non ho mai pensato di vendere» dice adesso l’imprenditore. Che aggiunge: «Probabilmente io non ci abiterò, io sto sul Renon. Ma immagino i miei figli...». Dentro, ci sono 500 metri di appartamento, su due piani. Non si sa se, una volta piantati frutteti, vigne e tutto il resto ci sarà spazio per un eliporto, per quello spiazzo su cui atterrava l’elicottero per rifornire il cantiere. Ma è prevista una piscina. E anche uno spazio-barriera verde. Che da lì, sarà di quelli che non si dimenticano.













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