I campanellini di Natale delle “Tintinnabula” 

Passione canto. Il Coro composto da venti donne prende il nome dalle campanelle dei Romani Il repertorio varia dal classico al profano e comprende brani in latino. Domani in piazza Nikoletti


Annalisa De Vita


Bolzano. Mani si librano nell’aria disegnando figure, volteggiano, si fermano, lo sguardo si fa più severo. Dà l’attacco così Anita e da quel momento il coro è nelle sue mani. È il coro Tintinnabula della Scuola di Musica “Vivaldi”, affiliato alla Federazione Cori dell’Alto Adige, diretto da Anita Degano, insegnante di canto, e accampgnato da Stefano Ambrosi, insegnante di pianoforte, un sodalizio artistico, il loro, che risale al 1992. Il coro, invece, nasce circa dieci anni fa. Il nome, Tintinnabula, richiama i campanellini che gli antichi Romani usavano mettere davanti alla porta per respingere gli spiriti maligni. Eh sì, la musica, in qualsiasi forma si presenti, ha il potere di combattere le negatività. Il coro è musica ed in quanto musica è gioia, condivisone. Questo è lo spirito con cui si ritrovano le voci dell’ensemble. È un coro tutto al femminile, con una ventina di voci, “voci sicure”, come Anita ama definirle.

Domani, venerdì 13 dicembre, potrete ascoltarle con un programma natalizio in piazza Nikoletti a Oltrisarco (dalle ore 18), nell’ambito dei brindisi di Natale nei quartieri, promossi dal nostro quotidiano con il Comune e le associazioni cittadine.

Quando le donne si uniscono creano atmosfere magiche, ma quando ad unirsi sono le loro voci si crea l’incanto della musica. Ma la magia non avviene per caso. Il coro richiede disciplina. «C’è una sorta di dittatura nel coro: ogni mio movimento è un ordine, ogni mio sguardo è un cambio di timbro, un suggerimento interpretativo - sottolinea l’insegnante - le coriste scelgono di unirsi al coro per passione, ma non devono necessariamente saper leggere la musica. Io guardo soprattutto le capacità di intonazione». Contralti e soprani si alternano in un’armonia di voci che sanno intonare note alte, note basse, conferendo colore e carattere a qualsiasi polifonia. Il repertorio è infatti vario, dal classico a quello più moderno, dal sacro al profano, dalla solennità del Quem pastores laudavere, ai musical originali di Luca Merlini. Così come vari sono i progetti a cui si dedicano le coriste. Progetti brevi, quelli a tema, e quelli che richiedono anche anni di studio. Non può non ricordare a tal proposito, la direttrice Degano, la performance del “Laudate Pueri” che ha conosciuto tre edizioni. L’ultima, memorabile, lo scorso anno, nella chiesa di San Giuseppe ai Piani di Bolzano che ha preso parte alla manifestazione “Canne al vento”. Anche il professor Ambrosi fa emergere dalla memoria storica del coro la volta in cui Tintinnabula si è esibito in occasione della commemorazione del cinquantenario della morte di Disney nell’aula magna del «Pascoli». Le loro voci hanno riempito piazze, chiese, auditorium. Quest’anno allieteranno i bolzanini in un trittico di serate. Si inizia ad Oltrisarco il 13 dicembre in piazza Nikoletti, a seguire il 14 presso la Bnl di piazza Walther per la maratona benefica di Telethon e per finire il 15 dicembre in piazza della Stazione, si esibiranno con medley natalizio di brani celebri e altri due più ricercati in latino. Cura, impegno e dedizione sono i valori che portano il coro al successo, ma è il cuore di Anita, per primo a palpitare in ogni esecuzione. «Le coriste mi restituiscono ogni volta quello che io do, c’è un fluire reciproco di emozioni e di intese tra me e loro - descrive così il suo lavoro Anita - i direttori d’orchestra dirigono i musicisti con una bacchetta, da lontano. Io le mie corsiste le ho tutte fisicamente vicine. Sono parte di me: io suono il coro». Parole queste dense di passione e di amore per un mondo dove arte, disciplina e professione non sono slegate ma viaggiano insieme in un’armonia perfetta in quella dimensione chiamata “musica”.















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