BOLZANO. I comitati invadono il consiglio provinciale. Mobilitazione contro la legge sulla famiglia e per la legge sulla democrazia diretta, che continua ad essere rinviata. È stata una seduta fuori dal consueto quella di ieri. Proteste davanti al palazzo del Consiglio sono frequenti, ma ieri si è registrato il tutto esaurito. In questa sessione, che terminerà oggi, è prevista la discussione della legge sulla famiglia proposta dall’assessore Theiner. Le donne della Cgil hanno organizzato ieri una protesta per ribadire i motivi di contrarietà alla versione attuale del testo, tra cui il fatto che si tratti, accusano, di «una proposta destinata ad una famiglia che esiste marginalmente nella nostra società (madre, padre, bambino, senza alcuna distinzione del numero dei figli) dimenticando le famiglie composte da una sola persona (il 44% in provincia), convivenze varie e significative dal punto di vista degli affetti e della solidarietà. Non è previsto alcun investimento per gli asili nido pubblici, con il rischio che tutti i costi ricadano sui Comuni, i finanziamenti andranno prevalentemente alle strutture private». Ma la formulazione della legge non va bene neppure alle famiglie, tra cui il Movimento per la vita, che ieri si sono date appuntamento in piazza, su invito di Andreas Pöder (BürgerUnion) chiedendo «più sostegni alle famiglie in cui la mamma decide di stare a casa dal lavoro». L’Iniziativa per più democrazia ha invece incontrato Theiner, nella veste di Obmann della Svp, cui hanno consegnato una dura lettera di protesta («comportamento vergognoso»). La loro legge sulla democrazia diretta è stata cestinata e slitta la discussione del testo della Svp. Quella legge non piace all’Iniziativa, ma «vogliamo che la approvino, per poi promuovere il referendum: diamo alla popolazione la possibilità di esprimersi su quel testo». Replica Theiner: «Non abbiamo paura dei cittadini».