I costruttori di Bolzano: il Comune sblocchi i lavori

Le categorie economiche: preoccupanti le conseguenze dell'immobilismo


Antonella Mattioli


BOLZANO. Se la critica venisse dall'opposizione non ci sarebbe da preoccuparsi più di tanto, ma ieri, in un'intervista all'Alto Adige, è stato lo stesso segretario del Pd Antonio Frena, in genere molto cauto, a dire che il Comune è fermo e la giunta Spagnolli ha sprecato i primi cinque mesi in discussioni infinite sulle nomine delle commissioni e dei propri rappresentanti nei cda delle società partecipate. Una paralisi che, in tempi di crisi e di pesanti tagli in tutti i campi, rischia di avere ripercussioni gravi sull'economia e quindi sul mondo del lavoro oltre che sullo sviluppo della città. Vittorio Repetto, costruttore e presidente della cassa edile, non ama le polemiche, ma guarda con preoccupazione ad un'amministrazione comunale che non decide. «L'edilizia - spiega Repetto - è in crisi dal 2008 e non ci sono segnali di ripresa. Anzi, il 2010 si chiude con un 2% in meno rispetto al 2009 che era già stato disastroso. Il Comune potrebbe dare un po' di ossigeno alle imprese, se sbloccasse una serie di operazioni delle cooperative e dei privati già pronte per partire. Ma vi sarebbe anche un altro sistema, per fronteggiare le minori risorse dell'ente pubblico per opere pubbliche: nel resto d'Europa stanno dando buoni risultati le collaborazioni pubblico-privato. Qui invece non si muove foglia e a farne le spese sono i lavoratori. Fra un po' quello che il Comune risparmia su altri capitoli, dovrà spenderlo per l'assistenza di chi non ha più un lavoro». Solo pochi giorni fa critiche analoghe erano arrivate da Legacoop e Confcoop: ci sono una serie di progetti di garage per residenti pronti in attesa del via libera del Comune. Per le aziende significherebbe lavoro; per la città meno auto in strada e meno traffico. Se la giunta è ferma, gli imprenditori si muovono: è il caso di Claudio Corrarati, presidente della Cna. Gli artigiani hanno proposto al Comune un piano di interventi di cui potrebbero beneficiare pubblico e privato. Al primo punto c'è il risanamento energetico degli edifici pubblici, poi la creazione di un centro di raccolta unico per le merci, l'incapsulamento del viadotto dell'A22, la revisione dei regolamenti sulle licenze che consentono, ad esempio, di avere cinque parrucchiere a distanza di pochi metri e altre zone scoperte. «I soldi sono pochi - dice Corrarati - oggi più che mai al Comune chiediamo di avere il coraggio di decidere senza avere la pretesa che tutti siano d'accordo. L'alternativa è la situazione attuale, ovvero la paralisi». Dal mondo del commercio e del turismo arriva una richiesta diversa ma che va nella stessa direzione: «Serve una presa di posizione chiara - chiede Dado Duzzi, vicepresidente dell'Unione - sull'aeroporto che così non è né carne né pesce e sul centro commerciale».

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