ambiente

I Fridays pronti all’azione: «Basta con questa politica» 

I giovani ambientalisti sfidano i consiglieri comunali: «Non capiscono l’emergenza» Propongono assemblee. «Azioni di imbrattamento anche qui? Lo saprete al momento giusto»



BOLZANO. «Che ce ne faremo della Gioconda se non ci saranno più umani per vederla in una terra distrutta?». Se lo chiede Jack, di “Extinction Rebellion”. E dunque, vi preparate ad azioni molto visibili come quelle fatte da gruppi ecologisti nei musei? «Il colore gettato sui quadri? Non so. So che faremo azioni». E quali? «Le diremo quando le porremo in atto…». Insomma, sono arrabbiati i giovani dei Fridays for Future. Quelli che hanno già riempito piazze e strade anche a Bolzano. Per ora attaccano la politica. Non tutta ma molta. Ad esempio: durante la loro conferenza, ieri, hanno fatto scorrere le immagini dell’ultima seduta del consiglio comunale di Bolzano in cui si ascoltava la relazione del climatologo Georg Kaser, e in particolare gli interventi a seguire di Anna Scarafoni (Fdi), Silvano Baratta ( Pd) e Alessandro Forest (Fdi).

Loro li chiamano negazionisti. «Beh, negano che ci sia l’emergenza climatica, che le temperature non siano salite negli ultimi anni così in fretta come mai in passato - spiega Moritz Holzinger dei Fridays - che la colpa sia tutta dell’aumento della popolazione. Siamo sconvolti». Parlano di “mancanza di serietà”, sorridono amaramente mentre ascoltano le parole dei consiglieri. Nella sostanza sono ad un passo da chiederne le dimissioni. Propongono una questione molto divisiva: una implementazione del sistema democratico. Fatto di assemblee tra la popolazione perché le decisioni siano alla fine frutto di informazione realistica. Detto in parole povere: la struttura della delega cosi come abbiamo oggi “esalta l’uno vale uno”, dicono, dunque ponendo sullo stesso piano chi nega e chi invece pone la questione dell’emergenza climatica galoppante. Si è molto vicini alla delegittimazione? «Siamo vicini al punto di non ritorno - commenta David Hofmann di Scientist Hofmann - questa è la questione. E non possiamo più andare avanti con una politica che frena possibili decisioni che possano contrastarla».

E i costi della transizione, anche in termini occupazionali e di sistema? «Sappiamo che non sarà rose e fiori -insiste Jack - ma sarà molto peggio che stiamo fermi così». Con Usa, Europa e Cina responsabili della gran parte delle emissioni nocive sul pianeta. Sono consapevoli dei sacrifici da porre in essere: meno carne, perché gli allevamenti intensivi producono grandiose quantità di inquinanti e tolgono terreni alla produzione agricola per gli umani, meno lusso, ecco l’altro tema. Lussi inutili come continui viaggi in aereo, economie non di vicinato, yacht.

«Secondo uno studio Oxfram - dicono - il 10% delle persone ricche causa quasi il 50% delle emissioni legate ai consumi». Insomma, la scelta è secca: meno inquinamento e quindi in prospettiva, un pianeta che potrebbe risollevarsi a poco a poco, ma anche meno disponibilità, uno stile di vita (non solo dei più ricchi) che deve essere messo in discussione. Partendo anche dalla spesa. Quella quotidiana, quella di tutti. Passando per i trasporti per finire sull’uso di fonti energetiche alternative. Sono passaggi molto complessi, che potrebbero trovare contrasto anche tra la gente comune? «Lo sappiamo ma per questo occorre che la politica sia più seria, meno in mano a chi posta dati anti scientifici - insistono i ragazzi di Fridays For future - e che sia implementata da assemblee popolari perché il sistema politico torni alla sua essenza sana, il bene comune». Parlano di costi troppo i grandi da pagare se le posizioni sono amore quelle ascoltate nel loro filmato, chiedono l’attuazione dei punti sottoposti dalle loro organizzazioni al Comune e alla Provincia, per immaginare di giungere allo zero emissioni. Dunque, aspettiamoci di tutto. P.CA.

 













Altre notizie

Attualità