I genitori: «Ascoltate anche noi» 

La lettera con 476 firme. Clara Peretti, mamma-ingegnere, promotrice dell’iniziativa: «Siamo pronti ad un confronto per trovare assieme  una strategia di lunga durata: dobbiamo affrontare quest’ autunno-inverno in sicurezza e con la certezza di poter contare sulle scuole»



Bolzano. «È una bellissima notizia: per noi genitori e per i nostri figli che da lunedì potranno tornare a scuola». Così Clara Peretti, ingegnere e mamma di Gabriele e Anna, rispettivamente cinque e tre anni, che frequentano il “Girasole”. Assieme ad un gruppo di genitori di bimbi della sezione Tartarughe, all’interno della scuola d’infanzia Girasole, si è fatta promotrice di una lettera/appello, che immediatamente ha raccolto 476 firme. Chiedono sostanzialmente due cose: la riaperture della scuole dal 9 novembre (richiesta accolta) e l’apertura di un tavolo di confronto con i genitori per quest’autunno-inverno che si annuncia molto complicato. «Noi genitori abbiamo bisogno di certezze sulla continuità didattica per i nostri bambini, per poter lavorare. Il rischio è che alla fine ad essere penalizzate siano sempre le donne. Io e mio marito abbiamo fatto i salti mortali durante il lockdown e durante la quarantena dei piccoli per un caso di positività a scuola. Sono una libera professionista e lavoravo di notte. Per fortuna lunedì riaprono le scuole, perché altrimenti non saprei dove lasciare Gabriele e Anna, dal momento che non me la sento di chiedere aiuto ai nonni. Troppo rischioso».

Ecco alcuni passaggi della lettera dei genitori. «Siamo consapevoli della gravità della situazione, siamo aggiornati sulla veloce evoluzione dei contagi e delle relative conseguenze, ma proponiamo di aprire un confronto costruttivo al fine di far sentire la voce dei genitori e dei nostri bambini». Quindi spiegano perché è importante tenere aperte le scuole: la maggioranza dei bambini delle scuole dell'infanzia e dei nidi non utilizza i mezzi di trasporto pubblici; non si può chiedere aiuto ai nonni, categoria da proteggere; il lavoro delle mamme (che spesso deve essere sacrificato) è un bene prezioso da salvaguardare. Queste le proposte: «Valutare strategie di monitoraggio della salute dei bambini attraverso screening periodici non invasivi come il tampone salivare molecolare (per garantire di non gravare sul sistema sanitario) oppure altre tipologie di screening suggerite e approvate dalla sanità; continuità educativa: l’esperienza della didattica a distanza del primo lockdown ci ha insegnato che i bambini hanno necessità di confronto continuo, di un rapporto senza uno schermo e una piattaforma online che li avvicina alla tecnologia quando - come genitori - spesso insistiamo per la riduzione dell’uso di tablet e cellulari».

«Siamo pronti - proseguono - ad un confronto, non solo per uscire da questo periodo particolare, ma per valutare strategie di lunga durata, che ci permettano di affrontare autunno e inverno in sicurezza e con la certezza di poter contare sulle scuole. Chiediamo di leggere insieme i dati relativi ai contagi e alla trasmissione del virus nel periodo 7 settembre - 30 ottobre per comprendere in che misura le scuole dell'infanzia e nidi siano stati coinvolti nella diffusione del virus». A.M.













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