I nuovi avvocati giurano in Tribunale

Sono 32: «Pronti alla sfida». Pallaver (Ordine): «Riceviamo un’attenzione residuale ma è anche colpa nostra»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Hanno giurato ieri mattina in tribunale. Sono i trentadue nuovi e giovani avvocati altoatesini. E lo hanno fatto proprio nel guado della riforma della giustizia in fase di attuazione che presto o tardi è destinata a coinvolgerli, con i tagli dei tribunali e la chiusura delle sedi periferiche. Ma loro sono entusiasti di essere finalmente arrivati a meta: dopo la laurea, il tirocinio e l’esame di Stato, finalmente hanno indossato la toga. Dal saluto del presidente dell’ordine degli avvocati, Andrea Pallaver, risulta però chiaro che il futuro che si apprestano a percorrere non è tutto rose e fiori. "Mentre la difesa è un diritto costituzionalmente tutelato – afferma Pallaver – la figura di coloro che la esercitano è ormai misconosciuta e ridotta a quella di un fornitore di servizi come tanti".

E i risultati si notano, mentre molti ordini professionali riescono a far leva sul proprio ruolo in caso di nuove leggi contrarie alla professione, gli avvocati, secondo il presidente, "ricevono un’attenzione residuale nonostante vantino un esercito di oltre 230 mila iscritti in tutta la penisola". E la colpa di questa scarsa considerazione va cercata tra le fila stesse della nuova professione, afferma il presidente rivolgendo un appello alle nuove leve perché non cadano nel tranello dell’individualismo e della competizione. "Gli avvocati per primi hanno perso dignità e credibilità rinunciando a quel decoro che è la base della nostra professione, traducendo l’indipendenza in una competizione denigratoria che ha finito per sfilacciare lo spirito corporativo". Una doccia fredda, per i giovani professionisti della legge, che però non spegne gli animi e anzi, li sprona a essere proprio quella nuova generazione dal valore aggiunto che l’ordine si aspetta che siano. "Scegliere oggi l’avvocatura è una sfida – commenta Clara Martone subito dopo aver prestato giuramento – ma chi arriva a questo punto è ormai abbastanza allenato, chiaramente il futuro non è dei migliori ma non per questo fare l’avvocato è un mestiere meno bello e appassionante". Il senso di sollievo è grande, "oggi finalmente possiamo dire che è fatta – prosegue l’avvocato Martone – anche se il giorno più duro in assoluto è stato quello dell’esame di stato, c’era chi lo ripeteva per la terza o quarta volta, rimarrà impresso nella memoria". E che sarebbe arrivato il momento delle difficoltà lo sapevano più o meno tutti, commenta Jakob Brugger, "all’università già ci avevano preparati ai cambiamenti in arrivo, e la nostra generazione sarà quella destinata ad attutire l’impatto, ma se uno lavora con passione riesce a superare anche queste difficoltà". E se il mercato italiano è troppo stretto, allora gli altoatesini possono vantare il bilinguismo come marcia in più, "proverò a vedere come va in Germania – afferma Brugger – per molte imprese potrebbe essere interessante avere un consulente bilingue in caso di inserimento nel mercato italiano".

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