I primari: «Così è impossibile lavorare»

Lettera di Martin (presidente Anpo) ai vertici del San Maurizio: «Per i pazienti aumentano i rischi»



BOLZANO. I primari del San Maurizio sono in fortissima difficoltà. A nome di tutti loro parla Federico Martin. Ecco la lettera spedita alla direzione del Comprensorio di Bolzano.

«Come responsabile della Chirurgia generale e dopo aver sentito molti dei colleghi direttori di questo ospedale, esprimo il mio/nostro totale disappunto per le conseguenze derivate dall'oscuramento dei dati in relazione alle norme sulla privacy. Tale disappunto deriva dal constatare come sia a dismisura cresciuta la difficoltá ed in moltissimi casi l'impossibilitá di accedere a dati dei pazienti fondamentali per la raccolta dell'anamnesi, una corretta impostazione diagnostica e terapeutica ed una programmazione per eventuale intervento chirurgico. Tutto ció é ancor piú evidente nei pazienti che prevedono un follow-up oncologico, che necessitano di decisioni cliniche urgenti, che hanno in programma un intervento chirurgico, che provengono da altri reparti, ecc. Il tutto si concretizza in poca “good medical practice”, aumento in alcuni ambiti del rischio clinico (con implicazioni medico legali?), di percezione da parte dell'utente di poca professionalitá ed incremento nel numero di esami inutili richiesti. Detto questo, pur in considerazione delle esigenze dell'utente che ha diritto a tutelare i propri dati, si formulano le seguenti proposte: 1. Una volta che l'utente abbia dato l’assenso alla visualizzazione del dossier sanitario deve essere possibile in tempo reale accedere allo stesso dossier indipendentemente dalle strutture che hanno contribuito a formarlo. 2. Il sistema informatico deve essere in grado di fornire una reale tracciabilitá degli accessi ai dati sensibili (registrazione dell'operatore tramite username e password, data dell'accesso, ecc.). 3. Il momentaneo “libero accesso” ai dati, consentito solo ad alcuni reparti, dev'essere esteso a tutte le strutture che trattano urgenze. Non si capisce infatti quale sia la logica di questa scelta. 4. Ci si adoperi in modo concreto affinché non vi siano differenze in questo ambito tra i vari Comprensori dell'Asl. A modello per una soluzione ed interpretazione delle norme sulla privacy puó essere citato quello in vigore in Friuli che, a quanto risulta, ha avuto nel recente passato la stessa problematica. Confidiamo infine che questa nostra preoccupazione raggiunga i vertici dell'Azienda competenti per materia. In attesa di una sollecita concreta risposta e ritenendoci a disposizione per chiarimenti, suggerimenti ed ulteriori proposte».













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