I protezionisti pusteresi: «Basta seconde case»

La federazione è pronta a rilanciare la campagna. Harpf: «Bisogna limitare all’8% le abitazioni per ferie»


di Aldo De Pellegrin


BRUNICO. La svendita della “Heimat”, intesa come vendita dei terreni rurali che diventano edificabili o l’abbattimento di fabbricati agricoli, che ancora abbondano nei paesi della periferia altoatesina e che diventano seconde case e appartamenti per ferie in località turisticamente appetibili, “drogando” un mercato immobiliare già caro di suo che così, perde via via di accessibilità per la popolazione locale e per i giovani in cerca di prima casa, è stato un tema caldo del 2012 con gli Schützen, affiancati dalle associazioni ambientaliste altoatesine.

Sono stati loro, i primi a lanciare una campagna di sensibilizzazione che ha visto l’affissione, in particolar modo nelle località turistiche, di manifesti contro la “Svendita della Patria”, redatti per l’occasione anche in lingua italiana come se fosse proprio quella parte della popolazione, che di fabbricati rurali e possedimenti agricoli ne ha proporzionalmente ben pochi, a mettere in vendita i beni immobili dell’Alto Adige dandoli in pasto alla speculazione.

Altre forze politiche, nei passati 12 mesi, si sono affiancate ed hanno preso parte all’acceso dibattito, con in primo piano naturalmente anche la Svp che, di suo, ha lanciato alcune iniziative e promosso tavole rotonde per approfondire il problema. Un tema che però, verso la fine del 2012, ha perso di mordente sull’opinione pubblica, alle prese con cronache e problematiche politiche ben più urgenti, ma che ora la Federazione pusterese dei Protezionisti altoatesini rilancia in grande stile anche per il 2013, dichiarando oltretutto esaurito il tempo delle proteste e aperto invece quello dei fatti e della progettualità specifica.

«Lo scorso anno, la nostra campagna di sensibilizzazione contro la svendita della Heimat - scrive in questo senso il portavoce Walter Harpf in una nota diffusa ieri - e col problema connesso di seconde case e appartamenti per ferie, ha riscosso un consistente interesse politico e numerose adesioni. Quello che però continuiamo a dover tristemente constatare è che, dovunque in Val Pusteria e a Brunico, dove la contrattazione urbanistica ha permesso affari come lo scambio di Teodone, ci si dice solidali ma i fatti parlano un’altra lingua.

Chiediamo che il 2013 veda la politica agire chiaramente nella direzione di una limitazione all’8% delle abitazioni per ferie, sull’esempio del Tirolo del nord e che lo si faccia subito, approfittando della imminente revisione della legge urbanistica provinciale. Noi - concludono i protezionisti - non staremo a guardare e se ciò non dovesse avvenire, attiveremo altri canali di protesta, ben diversi dai semplici manifesti.»

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