I ragazzi che salvano i cani Al liceo Toniolo lo sportello contro i maltrattamenti



BOLZANO. Ore 9 lezione di diritti degli animali. Ve li ricordate i 56 beagle salvati dai laboratori di cosmetica di Amburgo mentre erano in viaggio sull'A22? Quella vicenda segnò una tappa fondamentale nella lotta alla vivisezione. Sull'onda emotiva di quei 56 cuccioli che sembravano uscita da "Cartoonia", venne cambiata la legge nazionale, e l'allevamento venne fatto chiudere.

A 10 anni di distanza, il liceo Toniolo inserisce nell'offerta didattica un corso di tutela dei diritti degli animali, che prevede tirocini, crediti formativi, e uno sportello contro i maltrattamenti. In cattedra, ieri mattina, c'era Karin Bertagnolli, storica animalista bolzanina, in prima linea dieci anni fa nella battaglia per salvare i 56 cuccioli. I beagle erano stati sequestrati dalla polstrada di Vipiteno mentre erano in viaggio per la Germania. Erano stati due ragazzi a chiamare la polizia. Avevani sentito il pianto dei cuccioli provenire dal furgone in sosta all'area di Servizio di Campo di Trens. I cani erano rinchiusi in gabbie piccolissime e in condizioni tremende.

«I cuccioli - ricorda Bertagnolli - vennero sequestrati dal veterinario provinciale. E per una decina di giorni ci fu una grossa mobilitazione perché non venissero restituiti all'allevamento di Reggio Emilia». I beagle restarono a Bolzano, vennero adottati, e molti di loro scodinzolano ancora per le strade cittadine. «Quella vicenda - spiega Bertagnolli ai ragazzi - diede un'accelerazione enorme alla cultura dei diritti degli animali. E non solo a Bolzano».

Ora la cultura della tutela dei diritti degli animali approda nelle scuole. Il liceo Toniolo di Bolzano ha adottato una prima sperimentazione per il percorso di studi a opzione ambientale che prevede un progetto integrativo trasversale. Studenti di classi e anni differenti, uniti dall'amore per gli animali, frequentano un corso tenuto dagli esperti del settore e si trasformano in collettori di denunce di abusi sugli animali domestici. Un vero e proprio sportello animali.

La sperimentazione nasce dall'idea del professor Thomas Martini, sostenuto da alcuni studenti che avevano mostrato molta curiosità sul tema della difesa degli animali. «Per quest'anno sarà un corso di dimensioni ridotte, perché nasce come integrazione alle lezioni già esistenti - spiega il professor Martini - ma abbastanza approfondito: tre incontri con specialisti del mondo delle associazioni ambientaliste, più una visita ad un canile del territorio e una gita scolastica ad un allevamento di cani». Lo scopo di questo progetto è quello di trasformare i giovani in antenne sparse sul territorio in grado di raccogliere informazioni su eventuali abusi commessi sugli animali domestici.

‹‹Sono tantissime le persone che sono a conoscenza di abusi più o meno continui sugli animali, ma che non sporgono denuncia alle autorità per paura di non avere l'anonimato garantito - assicura Martini - i nostri studenti invece saranno dei punti di riferimento per chi voglia denunciare un abuso, poi le denunce saranno esposte a nome del sottoscritto, in modo da far emergere tutto il mondo dei maltrattamenti sugli animali in ambiente domestico››. Prima di tutto però i ragazzi dovranno prepararsi, sia sul piano teorico che pratico. A questo proposito saranno preziose le lezioni con Karin Bertagnolli, che è anche responsabile dell'Abac, associazione Bolzano amici dei cani. «È necessario saper comprendere le reazioni dell'animale che si vuole controllare, se per esempio reagisce male alle carezze o si spaventa per un gesto repentino - spiega l'animalista - e poi avere dimestichezza nel contatto fisico››.

Bastano poche carezze per comprendere se il cane è denutrito o non fa abbastanza moto, spiega Karen Bertagnolli, che si possono fare anche improvvisando un piccolo gioco. «L'importante è dare una formazione critica ai ragazzi - aggiunge Martini - stiamo anche ipotizzando la collaborazione con i canili per brevi stage o giornate di volontariato, per approfondire sul campo le lezioni teoriche››. Il tutto per il momento non sarà ancora strutturato in maniera definitiva, putroppo si tratta ancora di un progetto sperimentale. ‹‹In base alle risposta che riceveremo dagli studenti vedremo di trasformare questo esperimento in un progetto formativo permanente - spiega il professore - che dovrebbe in futuro garantire anche dei crediti formativi ai ragazzi››.

Dal canto suo Karin Bertagnolli si dice contenta del coinvolgimento delle associazioni ambientaliste. «Spesso le nostre attività vengono descritte come qualcosa da fomentati o integralisti - afferma la responsabile - collaborare in progetti formativi ci restituisce un po' di dignità e legittimazione, soprattutto considerando gli sforzi totalmente gratuiti dei nostri volontari››.

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