I soci Park Fiume: «Prima i danni poi discutiamo l’ipotesi Druso»

La coop non rinuncia all’azione di rivalsa sul Comune: «Molti di noi intanto sono diventati anziani Come si può pretendere che andiamo a parcheggiare davanti allo Stadio o in piazza Vittoria?»



BOLZANO. Guido Ferrari, un passato da vigile del fuoco in prima linea, anni a far da presidente altrettanto in trincea di Park Fiume, la mette così: «Ma come? Quelli del Comune l'hanno tirata in lungo per anni, ci hanno fornito otto pareri favorevoli per il nostro garage cooperativo, noi ci abbiamo messo soldi, progetti, mesi di messe a punto secondo i loro, ripeto i loro consigli e adesso cosa ci si propone? Di spendere altri soldi per finire nella cooperativa Park Trieste e andare a parcheggiare a mezzo chilometro sotto il Druso...». Perché questo sta accadendo: chiusa la vertenza con il no a Park Fiume (con però tre ricorsi al Tar pendenti, di cui uno al consiglio di Stato) e dato il via libera l'altro ieri in giunta ai garage in sotterranea davanti allo stadio, la prospettiva che viene offerta ai vecchi combattenti di viale Venezia è di deviare o su viale Trieste o su piazza Vittoria.

Due parcheggi prossimi venturi. Il primo avviato sovrapponendo l'interesse del municipio di riqualificare tutto il quadrante ormai sotto pressione da anni per via del campionato di serie C, al vecchio progetto della cooperativa di costruirsi un garage nel piazzale. Tempi: almeno cinque anni. Il secondo più vicino nel tempo (due anni almeno) e con il cantiere che parte questa estate per poter ospitare lungo corso Libertà il mercato del sabato. «Parlatevi voi delle coop» è stato l'invito, ufficioso ma esplicito, giunto dal Comune. E lo stesso Juri Andriollo, oggi assessore e ieri consigliere comunale molto vicino alle vicende dei soci di Park Fiume, appena colta l'aria dei tempi nuovi che stavano affossando il progetto sotto i prati del Talvera, aveva proposto un “gentlemen's agreement”, un accordo informale tra soci vicini per trovare una collocazione sotto piazza Vittoria anche per gli abitanti di viale Venezia. All'indomani del riavvio del progetto Druso, erano state le cooperative, in particolare CoopDolomiti a proporsi come tavolo di colloqui tra i gruppi promotori di cittadini anche senza , ancora, voler forzare un incontro. E dunque, adesso che succede? «Accade che nessuno ci ha ancora chiesto nulla. Nè il Comune, né le altre cooperative» ribatte Guido Ferrari, presidente per anni di Park Fiume e tutt'ora interprete degli animi più esacerbati e delusi dei soci. La sua risposta ribadisce, nella sostanza, che quella vicenda resta una ferita aperta. E che la prospettiva di far diluire lo scontento attraverso una redistribuzione dei posti macchina nei due garage in progetto non è considerata un punto di arrivo. Ma semmai di partenza. «Abbiamo speso tanto, io e gli altri soci, ci siamo impegnati sotto sollecitazione del funzionariato comunale e delle giunte a mettere in campo progettisti ed esperti, si sono accettate modifiche e varianti. E adesso si chiede a persone spesso anziane, che abitano da anni le vecchie case di postelegrafonici o condomini storici in viale Venezia, via Zara, via Fiume di farsi mezzo chilometro a piedi per andarsene al Druso. Oppure di mettersi al sesto piano interrato di piazza Vittoria... Uno sconcio». Questo dice la trincea degli irriducibili dopo la battaglia Park Fiume. Tanto che appare complesso riuscire a convogliare lo scontento in un accordo di condivisone degli spazi tra Park Druso-Trieste e Park Vittoria. Nessuna possibilità di trovare una intesa dunque? «Temo di no. Ma, naturalmente, deciderà l'assemblea dei soci che la presidente Piergentili probabilmente convocherà. Fosse per me, servirebbe che il Comune ci restituisca tutti i soldi che abbiamo speso per rispettare i suoi inviti, le spese per i progetti e il resto. Che si chiuda la vertenza in tribunale - insiste Ferrari - e che poi si ragioni sugli spazi e il loro costo. Ma non so se molti nostri soci, tanti ormai anziani saranno mai disposti a farsi a piedi mezzo chilometro per andare a parcheggiare in viale Trieste. Loro avevano lottato per riuscire a costruirsi un garage sicuro sotto casa». La sensazione è che viale Venezia resterà una ferita aperta. (p.ca)













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