I Verdi a Montagna: «Il rumore delle moto uccide»

«Il rumore è la causa di molte patologie croniche e provoca il 3% degli infarti mortali. E il rombo di una Harley Davidson, dati alla mano, fa più baccano di un martello pneumatico in un cantiere»: così i Verdi


Massimiliano Bona


MONTAGNA. «Il rumore è la causa di molte patologie croniche e provoca il 3% degli infarti mortali. E il rombo di una Harley Davidson, dati alla mano, fa più baccano di un martello pneumatico in un cantiere»: i Verdi, ieri, pur non volendo demomizzare i bikers si sono presentati, muniti di fonometro, sulla Statale delle Dolomiti all'altezza del cimitero di Montagna per far capire che serve una legge più severa contro l'inquinamento acustico provocato dagli emuli di Valentino Rossi.

Il punto di partenza dell'offensiva contro i centauri è uno studio dell'Appa (l'Agenzia provinciale per l'ambiente) del 2007 che riguarda proprio la Statale che porta in val di Fiemme. «Il picco registrato al passaggio di una motocicletta - spiega Brigitte Foppa, portavoce dei Verdi e consigliere comunale a Bolzano - è stato di 107 decibel, ma la media è di 80. Ciò significa che i valori consentiti, 55 decibel di giorno e 45 di notte, vengono ampiamente superati».

La conferma è venuta poi dal fonometro - apparecchio tascabile, che funziona con normali batterie e misura l'intensità del rumore - che il consigliere provinciale Hans Heiss ha portato con sè da Bressanone. Le auto, in una giornata caratterizzata da traffico intenso per gli arrivi e le partenze dei turisti, oscillavano tra i 50 e i 60 decibel e le moto, in particolare proprio le Harley in accelerata, sfondavano regolarmente gli 80 decibel. In realtà gli stessi bikers sanno bene che sono in grado di arrivare fino a 126. «Partendo da questi presupposti - sottolineano i Verdi Kusstatscher, Dello Sbarba e Heiss - chediamo alla giunta provinciale di monitorare il fenomeno, di promuovere una campagna antirumore e contro il turismo dei bikers sulle strade di montagna, di potenziare i controlli e di prendere in considerazione l'introduzione del divieto di transito per fasce orarie sui passi dolomitici».

Alla protesta ha partecipato Massimiliano Galli, consigliere della lista civica di Montagna, uno dei Comuni maggiormente interessati dal problema, visto che la Statale delle Dolomiti taglia in due il centro abitato. «Non si possono scambiare le Dolomiti per un autodromo e non si può nemmeno correre dietro ai pernottamenti dei bikers organizzando raduni di centauri sui passi. Non è per questo che le nostre montagne sono entrate a far parte del patrimonio mondiale dell'Unesco. Servono regole severe e lo dico da ex motociclista».

Più dura la posizione dei Verdi. «Nel traffico i bikers - continua la Foppa - rappresentano un pericolo per gli altri viaggiatori, ma anche per sè stessi, come dimostra il triste bilancio di morti e feriti sulle nostre strade». Nel bel mezzo delle rilevazioni col fonometro e della protesta contro i rumori dei Verdi è arrivato su una fiammante Honda 1800 Kuno Bonatti, presidente del Moto Club Egna. «Non sono qui per difendere chi vuole imitare i campioni del motomondiale mettendo a rischio la propria vita e quella degli altri, ma non sopporto nemmeno chi, come Michil Costa, predica bene e razzola male. È troppo facile attaccare i bikers e cercare di vietare loro i passi dolomitici, quando si organizza ogni anno una gara ciclistica per 10 mila persone che certo non arrivano in Badia a piedi e inquinano. Poi, fanno più rumore gli elicotteri Rai al seguito della Maratona delle Dolomiti che le nostre Harley».

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