Il 25 aprile dedicato alla strage dei profughi

Kompatscher scuote le celebrazioni: dobbiamo difendere la dignità umana Spagnolli: «Liberiamoci dai pregiudizi». L’Anpi: «Torna il razzismo»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Ricordare e prendere le responsabilità di oggi sulle proprie spalle. Senza retorica. La festa della Liberazione è stata dedicata ieri ai morti del Mediterraneo, alla strage dei profughi. Non poteva essere più attuale il 25 aprile celebrato a Bolzano nel settantesimo anniversario della Liberazione. Ci hanno pensato sia l’Anpi che il presidente provinciale Arno Kompatscher, che l’anno scorso parlò in piazza Matteotti e ieri ha partecipato alla cerimonia al muro del Lager. Le cerimonie stanno diventando più affollate, spuntano i giovani, sia nei cortei tradizionali che nel Festival delle resistenze di piazza Matteotti. Ma c’è tanto lavoro da fare e i protagonisti dell’epoca lanciano un appello. «I giovani non sanno cosa è accaduto, bisogna recuperare la memoria, noi stiamo invecchiando», sono le parole di Jole Beretta e Ierta Ferrari, figlie di due dei lavoratori bolzanini impegnati nella Resistenza, deportati a Mauthausen e Gusen.

Al Lager. Davanti al muro del Lager il ricordo della Liberazione diventa appello alla responsabilità. Spagnolli invita a partire dallo spirito della parola «liberazione»: «Impariamo a liberarci dai pregiudizi che ci portano a conflitti non necessari, che ostacolano la costruzione del futuro della nostra città. Settant’anni fa ci liberammo da un passato fatto di nazionalismi, dalle cui ceneri è nata l’Europa unita». Ma quale Europa e quale società? Punta all’essenziale, la responsabilità individuale, il discorso di Kompatscher, perché le celebrazioni non siano autoassoluzioni: «Celebriamo 70 anni dalle fine delle ideologie razziste e nazionaliste, che portarono alla catastrofe e si fondavano sull’idea che la dignità umana fosse riservata solo a qualcuno. Per fortuna ci fu chi si oppose, ma furono troppo pochi. Ci comporteremmo in modo diverso, se venisse chiesta la nostra assunzione di responsabilità? I nostri nipoti ci giudicheranno in base ai nostri comportamenti. Oggi viviamo una situazione che non è la medesima di allora, ma di nuovo è chiesta la nostra umanità di fronte a situazioni drammatiche. Commemorando le vittime del nazismo dobbiamo capire che ogni giorno siamo chiamati ad agire perché non succedano crudeltà». Il riferimento di Kompatscher alle stragi di migranti è stato raccolto dal presidente dell’Anpi Orfeo Donatini: «Servono vere politiche di accoglienza per non trasformare il mare di Sicilia in un cimitero. Dobbiamo cancellare ogni retorica dalle celebrazioni del 25 aprile, perché è stata sufficiente una grave crisi economica per fare riemergere spinte razziste e nazionaliste. È questa l’Italia che avrebbero desiderato coloro che hanno sacrificato la loro vita?».

Le tappe. È stato un settantesimo anniversario ricco di eventi. Le conferenze storiche della vigilia, le cerimonie ufficiali di ieri, il corteo dei giovani nel pomeriggio, gli appuntamenti in piazza Matteotti. Come ogni anno la parte ufficiale ha visto la mattinata scandita dagli appuntamenti comuni, poi dai due cortei separati guidati dal sindaco Luigi Spagnolli e il vicesindaco Klaus Ladinser, l’Anpi, le autorità, con il commissario del governo Elisabetta Margiacchi, gli alpini e i rappresentanti delle forze dell’ordine, le associazioni d’arma, e poi di nuovo tutti insieme in piazza Adriano e al Lager con esponenti politici di centrosinistra e centrodestra. Presenza forte dei vertici della Svp, con l’Obmann Philipp Achammer, che ha aperto gli appuntamenti, e Kompatscher che li ha chiusi. Commovente in piazza IV Novembre il conferimento della cittadinanza onoraria a Gianantonio Manci, con la pergamena consegnata alle figlie Giovanna e Annamaria.

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