Il bambino schiacciato dalla ruspa L'inchiesta ora coinvolge anche lo zio
La tragedia di Silandro: all'uomo potrebbe essere contestato l'abbandono di minore
BOLZANO. Per la tragedia della val Venosta l'inchiesta sta coinvolgendo, come atto dovuto, non solo l'autista della ruspa in azione nel cantiere stradale, ma anche lo zio a cui la piccola vittima era stata affidata. All'uomo potrebbe essere contestato l'abbandono di minore. Una decisione in tal senso non è ancora stata presa ma appare sempre più evidente che la figura dello zio del piccolo sta diventando di ora in ora sempre più importante e centrale.
Il ragionamento degli inquirenti è molto semplice: è vero che dovrà essere attentamente valutata la condotta del pacherista alla guida dell'escavatore, ma è anche vero che quel bambino di 2 anni e mezzo, da solo, non avrebbe dovuto avvicinarsi ai cingolati della pachera. Negligenza e superficialità nell'accudire il piccolo sembrano emergere con evidenza nel comportamento dello zio. Perché - si fa notare in Procura - un conto è portare un bambino al parco giochi o accudirlo in casa, altra cosa è recarsi con lui in un cantiere ove sono in corso scavi e sono in movimento pericolosi mezzi di lavoro.
La posizione dello zio sembra piuttosto critica sotto il profilo delle responsabilità colpose per quanto accaduto. Sarebbe bastato tenere il bambino per mano per evitare, probabilmente, la tragedia. E' probabile che l'uomo (comprensibilmente sotto shock per la tragedia) venga convocato dagli inquirenti nei prossimi giorni per un racconto più dettagliato di quanto avvenuto. Ieri sera la Procura della Repubblica ha puntualizzato che l'uomo non è stato iscritto sul registro degli indagati ma la sua posizione è al vaglio. L'inchiesta dovrà anche accertare l'eventuale violazione delle norme anti-infortunistiche il più delle volte totalmente disattese. (ma.be.)
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