Il bimbo era vaccinato contro la meningite C

Pescollderungg (primario Pediatria) e Simeoni (Igiene): «La copertura non è totale ma nell'ordine dell'85%. Il decorso però è meno pesante»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Sta meglio il bimbo di 3 anni che frequenta l’asilo Maria Heim di via Milano, colpito da meningite e trasferito da Bolzano alla terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Vicenza da cui è stato spostato in reparto. Il primario di Pediatria del San Maurizio - Lydia Pescollderungg - ed il primario del Servizio Igiene - Josef Simeoni - tranquillizzano i genitori dei bimbi che frequentano la stessa scuola - «è stata avviata una corretta profilassi a base di antibiotici» (Rifadin) «somministrata solo a chi è venuto a stretto contatto col piccolo». E il bimbo - aggiungono - era stato precedentemente vaccinato contro la meningite di tipo C. «Al momento non sappiamo se abbia contratto proprio la C - per la quale quasi tutti i bambini sono già vaccinati - o se si tratti invece del meningococco di tipo B - in questo caso il vaccino in Alto Adige è appena arrivato (ne abbiamo 100 dosi) e quasi nessun bimbo è coperto. Lo sapremo nei prossimi giorni». Certo ci si chiede come mai un bambino vaccinato possa ammalarsi lo stesso: la realtà è che succede, come nel caso del vaccino contro l'influenza, che la copertura non sia totale, ma nell'ordine dell'85%. Una percentuale molto alta e comunque anche nel caso sfortunato in cui la persona vaccinata - in questo caso il bambino - contragga la malattia, il decorso risulta molto meno pesante.

E dobbiamo aggiungere anche che i vaccini non sono tutti uguali.

Massimo Perini pediatra di famiglia e membro della Commissione pediatrica dell'Ordine dei medici precisa che esistono due tipi di vaccini contro il meningococco di tipo C. «Uno che chiameremo di “vecchio tipo” che protegge solo dal ceppo C ed uno più recente ed efficace - il tetravalente - che protegge da quattro diversi ceppi (A, C, Y, W 135)».

IL RICOVERO IN OSPEDALE.

Il bimbo - racconta Lydia Pescollderungg - si è sentito male mercoledì 11 gennaio. I genitori lo hanno portato al Pronto soccorso pediatrico del San Maurizio giovedì perchè la febbre non passava nonostante gli antipiretici e poi dormiva molto, non mangiava e si lamentava. «Abbiamo subito capito che c’era qualcosa di anomalo perchè non rispondeva bene. Lo abbiamo sottoposto a ripetuti esami, gli abbiamo somministrato una terapia antibiotica mirata e nella notte - dopo aver parlato con gli anestesisti - lo abbiamo trasferito a Vicenza. Abbiamo chiesto se c’erano posti a Padova ed a Verona ma erano tutti occupati ed allora abbiamo optato per Vicenza che ha un reparto di terapia intensiva pediatrica - previsto quando il bacino di utenza è di 1 milione di abitanti. Il piccolo non è stato trasferito perchè fosse particolarmente grave, ma in via precauzionale perchè questa malattia può peggiorare improvvisamente. Adesso il nostro paziente sta decisamente meglio, e confidiamo - d’accordo con i genitori - di riportarlo quanto prima a Bolzano».

CONTAGIO E SINTOMI.

Le meningiti sono malattie contagiose. L'infezione può trasmettersi attraverso le goccioline di saliva - parlando, tossendo, starnutendo - se ci si trova a stretto contatto (entro un metro di distanza) con un soggetto malato. I sintomi con cui può presentarsi la malattia sono numerosi e tra questi i genitori devono fare attenzione alla febbre alta che non passa anche con un antipiretico, dolore al collo o rigidità, mal di testa, vomito, sonnolenza e convulsioni. Nei lattanti capita anche che la fontanella anteriore si rigonfi.

CHE FARE IN CASO DI CONTATTO.

Il primario Simeoni spiega che in caso di contatto stretto e prolungato con un soggetto affetto da meningite batterica deve essere praticata una terapia antibiotica su prescrizione medica specifica per il tipo di germe responsabile. Tanto più precoce è il trattamento, tanto maggiori sono le probabilità che il trattamento abbia successo e che la malattia guarisca senza esiti. «In questo caso abbiamo sottoposto a profilassi i familiari del bambino e tutti i piccoli che sono venuti a stretto contatto con lui». I genitori delle altre sezioni protestano perchè i loro figli non sono stati coinvolti. «Seguiamo protocolli internazionali, non improvvisiamo nulla, devono fidarsi e stare molto tranquilli».

L'IMPORTANZA DEL VACCINO.

La vaccinazione rappresenta l'unico modo per prevenire le meningiti batteriche. Esistono vaccini per ciascuna famiglia dei principali batteri responsabili della patologia. Contro l'Haemophilus Influentiae di tipo B il vaccino è incluso nell’esavalente la cui prima dose viene somministrata già dal 61° giorno di vita (terzo mese). Contro lo pneumococco è disponibile un vaccino che protegge da 13 differenti ceppi (anche questo praticabile dai primi mesi di vita). Contro il meningococco esistono diversi vaccini. Uno contro il meningococco C, uno contro il meningococco B (appena arrivato in Alto Adige) e uno in grado di proteggere da 4 diversi ceppi (A, C, Y, W 135).













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