Alpinismo

Il Cai Bolzano finalmente festeggia i suoi 100 anni: «Fedeli alla Montagna» 

Venerdì e sabato a Mareccio due giorni di convegni ed eventi per celebrare la Sezione bolzanina



BOLZANO. Quanti eventi, quanti incontri, quanti progetti abbiamo dovuto cancellare o rinviare in questi maledetti venti mesi nei quali la pandemia ci ha costretti a cambiare vita? Di sicuro troppi. Fra questi anche il compleanno, quello del centenario addirittura, della sezione bolzanina del Cai. Che avendo compiuto i 100 il 21 marzo del 2021 aveva previsto per il 26 e 27 marzo una due-giorni a Castel Mareccio fra convegni e iniziative varie.

Festa cancellata? No, rinviata: e così fra una settimana, venerdì 12 e sabato 13 novembre, stessa sede e stesso programma. Il Cai ci riprova, perché festeggiare cento anni di attività senza… festeggiare è davvero inaccettabile.

Di più: al già ricco programma previsto per lo scorso marzo, si aggiunge un altro appuntamento: la presentazione del libro dedicato a questo centenario della sezione bolzanina uscito tempestivamente nei giorni scorsi.

Ma andiamo con ordine, e a fare ordine è il vicepresidente del Cai Bolzano Maurizio Veronese: «Venerdì 12 novembre a Castel Mareccio dalle ore 16 abbiamo in programma un convegno storico moderato dal direttore dell’Alto Adige Alberto Faustini e intitolato: “Cai Bolzano – 100 anni: montagna, passione, territorio”, un incontro aperto a tutti, con illustri relatori locali e non. Sarà un importante momento di riflessione sul ruolo del Club Alpino in un territorio che propone tutti i giorni anche una sfida a collaborare per la convivenza e l’integrazione dei tre gruppi linguistici. Il 13 novembre, sempre a Castel Mareccio, dalle ore 10 la festa vera e propria alla presenza di varie autorità e di tanti soci. Si farà il punto della situazione – aggiunge Veronese – che si è creata con la pandemia: eventi saltati, escursioni annullate, insomma attività in crisi e soci in calo. Con l’obiettivo concreto, però, di ripartire al più presto».

In mattinata anche la presentazione del volume autocelebrativo: «Certo, presenteremo ufficialmente, freschissimo di stampa, il libro che il giornalista Fabio Zamboni, che è anche socio del Cai, ha firmato raccontando le radici della nostra longeva sezione, le storie più curiose, ma anche i progetti, un presente e un futuro che non hanno nessuna intenzione di arrendersi alla situazione che si è creata con il Covid. Un bel volume, con una veste grafica preziosa, di agile lettura».

Qualcos’altro nel menù della due-giorni? «Certo: presenteremo nell’occasione anche il Calendario 2022 che valorizza le fotografie scattate da dodici nostri soci e anche il libretto dedicato alle attività culturali previste per il 2022».

I primi incontri in programma? «Venerdì 21 gennaio al Teatro Spazio Costellazione di Oltrisarco, che ci ospiterà spesso, la proiezione di due film di Pietro Bagnara. Per gli incontri con i protagonisti, al Teatro di Gries l’11 marzo ci sarà la specialista delle arrampicate su ghiaccio Angelika Rainer. E questo solo per incominciare, sperando che il 2022 sia l’anno del rilancio della nostra attività».

Dunque appuntamento a Castel Mareccio venerdì e sabato prossimi. «Sarà un bel modo di festeggiare i cento anni. Per l’occasione sarà presente una postazione di Poste Italiane per l’annullo filatelico creato per il nostro compleanno numero 100».

Sin qui il vicepresidente e responsabile della commissione Cultura del Cai Bolzano.

Ma che cosa dice, di questo super-compleanno, il presidente Riccardo Cristofoletti? Quali valori, coltivati in questi cento anni, potranno resistere o crescere? E che cosa è cambiato maggiormente rispetto al passato? «È una bella soddisfazione festeggiare cent’anni di attività, e farlo assieme a tanti soci e socie che da anni si danno da fare con passione, per puro volontariato. I valori a cui non rinunceremo, e che già erano chiari al momento della fondazione, sono quelli del rispetto della montagna, dell’ecologia, il valore dello stare assieme condividendo una passione forte. Quel che è cambiato è il modo di affrontare la montagna, con mezzi diversi e con tanta tecnologia: quindi meno avventura e più tecnica. Il GPS sarà meno romantico ma è più sicuro, e poi ad aiutare c’è il meteo più affidabile, e la rete del Soccorso alpino. Non dimenticherò mai, quando mi spaccai le gambe con gli sci, il percorso pieno di gobbe a bordo dell’akia, la slitta che oggi è sostituita dall’elicottero…».

Ventitré anni di presidenza: qualche rimpianto?

«L’aver perso, nel 2010 la gestione del rifugio più in quota, il Cima Libera a 3400 metri, che il Ministero della Difesa ha girato alla Provincia. E poi il ritardo nel cambio della nostra sede: da anni inseguiamo l’obiettivo di traslocare in una sede che ci consentirebbe di dare il giusto spazio al riordino dell’archivio storico del Cai, con un sacco di documenti che attendono di essere valorizzati. Altro rimpianto, non essere riusciti a far smantellare certi impianti di risalita come la bidonvia della Forcella del Sassolungo».

Ma è il momento della festa, una festa per celebrare il passato ma con lo sguardo bene aperto sul futuro. E allora ecco il convegno che può regalare spunti preziosi di riflessione, idee anche per il futuro.

Vediamo chi sono i relatori: Alessandro Pastore dell’Università di Verona e del Comitato editoriale del Cai nazionale, parlerà della nascita del Cai bolzanino e del ruolo che gli venne affidato, appena prima dell’avvento del fascismo.

Lo storico locale Hans Heiss si occuperà dei rapporti, costruttivi ma anche critici in certi periodi, fra il Cai e l’associazione omologa di lingua tedesca, l’Alpenverein.

L’alpinista-scrittrice Ingrid Runggaldier, già socia dell’Avs, proporrà un intervento su “Le Dolomiti nella letteratura.

Lo storico bolzanino Andrea Di Michele approfondirà altri aspetti della storia del primo dopoguerra, quando il Sudtirolo passò all’Italia.

Angela Mura dell’Archivio Storico bolzanino parlerà del prezioso valore documentario dell’archivio storico del Cai. Il responsabile Cultura dell’AVS, Peter Righi, parlerà di “cultura dell’alpinismo e storia delle associazioni alpinistiche di lingua tedesca».

Infine Annibale Salsa, antropologo e past president del Cai nazionale chiuderà il convegno con un intervento su “Il Club Alpino Italiano nella geopolitica delle Alpi”.













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