Il campeggio «spegne» telefonini e tablet

Gli organizzatori hanno deciso di vietare ai ragazzi ogni gadget tecnologico Entusiasti i partecipanti: «Così stacchiamo veramente ed entriamo nella natura»


di Bruno Canali


LAIVES. A contatto con la natura, lontani dalle tecnologie. A passo San Lugano da una settimana è in corso il primo dei tre turni che caratterizzano quest'anno l'edizione numero sessanta del campotenda Don Bosco. Ebbene, gli organizzatori hanno deciso di bandire tutti i gadget tecnologici: dai telefonini ai tablet o altro, per recupeare ritmi più naturali e - questa è stata la grande sorpresa degli organizzatori - con l'approvazione convinta dei ragazzi partecipanti.

«Gioco, lavoro, servizio e disciplina», queste le linee guida della vita al campo, racconta Florian Thaler, responsabile degli animatori, « i 47 partecipanti al primo turno hanno accettato con entusiasmo di abbandonare per due settimane tutti i loro gadget elettronici, per fare una vita più spontanea e vicina alla natura». Effettivamente, aggiunge il giovane Alessandro Senette, «qui abbiamo completamente staccato con telefonini e tutto il resto. Il campotenda lo ha "scoperto" mia madre e il primo anno non volevo venirci ma poi ci sono tornato e sono qui, dove ho trovato nuovi amici e rafforzato i legami con altri che conoscevo già». Fabio Lia la prima volta è arrivato al campotenda Don Bosco per provare, sollecitato dagli amici: «Poi sono tornato ed è il terzo anno che ripeto questa bella esperienza di vita». C'è anche chi del campotenda è un veterano, nonostante la giovanissima età. «E' il sesto anno che partecipo», dice Chiara Peruzzo, «Vengo insieme alle amiche e devo dire che mi piace». Anche Simone Pellizzari quest'anno ha «staccato» il sesto biglietto del campotenda ed è contento di essere tornato perché, dice, «qui ritrovo diversi amici e c'è un bel rapporto fra tutti noi, anche lontano da casa».

Sessant'anni, tanti ne compie il campotenda Don Bosco e sono 10 anni che non c'è più il mitico comandante Gino Coseri. Lo spirito però è rimasto, così come la suddivisione in squadre fra aquile e falchi e il fuoco di bivacco alla sera. «Il segreto del successo di questa proposta», spiega Florian Thaler, « è che anche se il tempo passa, il campo riesce ad adeguarsi. Certamente i ragazzi sono cambiati negli anni e oggi c'è meno tecnologia (ma senza rimpianti), così come entrano altre idee e altre impostazioni; del resto, la micro-società che si forma al campo è lo specchio della società attuale. Nonostante questo, i ragazzi apprezzano molto l'esperienza e i numeri delle iscrizioni lo confermano. Quest'anno inoltre abbiamo parecchi ragazzi che arrivano per la prima volta». Tra le esperienze in programma, c'è stata una «due giorni» a Malga Ora e prossimamente verrà organizzato il trekking nel parco naturale Puez-Odle, uno dei più affascinanti della nostra provincia: lì il gruppo passerà tre giorni pernottando nei rifugi per poi scendere verso la Val Gardena e tornare alla base: un'esperienza indimenticabile.

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