Il centrodestra si ritrova grazie alla Convenzione

L’area si ricompatta per dire no all’autodeterminazione: «È solo l’inizio» Presenze: Vezzali il più assente, Corrarati a ruota: «Colpa della deriva a destra»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Convenzione dei 33, con l’asse tra Svp e destra tedesca sull’autodeterminazione, riesce nel miracolo politico: compattare tutte le anime del centrodestra (Lega esclusa), che protestano «non si tradisce così il patto con gli italiani».

Ieri tutti riuniti in una saletta del consiglio provinciale per sostenere la relazione di minoranza di Maurizio Vezzali.

Enrico Lillo (Alleanza per l’Alto Adige) è talmente soddisfatto, che esagera: «Giornata storica». Si promettono che è solo l’inizio. Che entro settembre produrranno una proposta di revisione dello Statuto, che diventerà anche una piattaforma politica per le prossime elezioni. La proposta di Statuto verrà portata avanti da Alessandro Urzì in consiglio provinciale (Alto Adige nel cuore) e inviata ai referenti nazionali perché inizino a seguire la partita, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Raffaele Fitto e Gaetano Quagliariello.

C’è Christian Bianchi che sorride: «Così iniziamo a ragionare. Uniti, impegnati su contenuti». Attorno a Vezzali ieri Urzì, Lillo, Bianchi, Alberto Sigismondi (Fratelli d’Italia), Patrizia Coletti (Forza Italia), Gualberto Ziglio (Forza Italia, Trento), Vitantonio Gambetti e Franco Gaggia (Nuovo Psi). Assenti, ma presenti nelle intenzioni Renato Stancher, Ivan Benussi, Marco Galateo e Diego Salvadori.

Assenti (invitate) le due big in competizione di Forza Italia Elisabetta Gardini e Michaela Biancofiore. Lillo sospira: «Intanto Forza Italia c’è. Siamo qui, tutti uniti dopo settimane di incontri. Basterebbe che certe rivalità facessero un passo di lato, lasciandoci lavorare». Maurizio Vezzali, avvocato ed ex consigliere provinciale, si è conquistato la maglia nera della Convenzione dei 33, con 15 assenze su 27 sedute (i dati nella tabella a fianco). Un dato che rivendica: «Quando la Convenzione ha iniziato a sbandare verso l’autodeterminazione, con altri componenti italiani ci siamo detti “lasciamoli perdere, vadano avanti da soli”». In effetti anche Corrarati e Bizzo ipotizzarono di lasciare i lavori. Non se ne fece nulla. Ancora Vezzali: «Sono rientrato perché ho pensato che fosse giusto lasciare un segno con una relazione di minoranza, perché fosse chiaro il nostro dissenso». Nella Convenzione, accusa Vezzali, «dovevamo occuparci di riforma dello Statuto e ci siamo imbattuti in una Svp che vara un documento preparatorio del distacco dall’Italia, con il riferimento all’autodeterminazione e l’elenco di nuove competenze che prefigurano l’autonomia integrale. Adesso provano a fare marcia indietro: dicono che intendevano l’autodeterminazione interna: ce l’abbiamo già, si chiama autonomia. E dico ai trentini di stare attenti. Durante la Convenzione qualcuno l’ha detto “l’Autonomia è stata concessa per tutelare le minoranze, i trentini si arrangino”». Urzì attacca: «Presenteremo la nostra idea di Alto Adige per sostituire nel governo provinciale un Pd del tutto inadeguato: è inutile che ora facciano gli innocenti rispetto a come sono andate le cose: il disegno di legge sulla convenzione è firmato dal Pd e dalla Svp». Il sindaco di Laives Bianchi, reduce dalla celebrazione di un matrimonio, resta aderente al tema: «I coniugi hanno diritti e doveri. Anche sudtirolesi e italiani devono trovare un equilibrio nel loro “matrimonio”. Nella Convenzione dei 33 è mancata del tutto l’idea di andare avanti insieme».

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