bolzano

Il Comune si arrende, farmacia in affitto 

Chiusa da marzo, avrebbe dovuto riaprire a giugno, ma non si è trovato personale. L'amministrazione rinuncia alla gestione diretta, previsto un bando per l’affidamento ai privati. Attestato di bilinguismo e costo della vita tengono lontano chi sarebbe disposto a trasferirsi



BOLZANO. Chiusa dallo scorso marzo, avrebbe dovuto riaprire il primo giugno. poi, di fronte alla mancanza di personale, l’apertura della farmacia comunale di piazza domenicani era slittata inizialmente al primo settembre, quindi a novembre e, infine, a dicembre 2022. Ma dicembre è ormai alle porte e si va verso un nuovo slittamento. Al di là di questa considerazione, però, una novità c’è: il comune ha di fatto gettato la spugna, decidendo di rinunciare alla gestione diretta della farmacia stessa. «Il comune non ha personale per gestirla – spiega l’assessore Juri andriollo – e così, per mantenere la concessione e tenere la titolarità, abbiamo deciso di intraprendere la strada per l’affidamento esterno». come primo passo, l’amministrazione prenderà contatto con gli organi preposti provinciali per valutare le procedure da intraprendere. Lo scenario è il bando per affidare la struttura in affitto ai privati.

Già la scorsa estate, dopo che i vari concorsi non avevano dato i risultati sperati (all’arrivo di due nuovi farmacisti era seguito il forfait di un altro), lo stesso andriollo aveva ventilato la possibilità, come ultima ratio, di studiare eventuali sinergie con i privati. «anche i privati», aveva spiegato andriollo, «hanno grosse difficoltà a trovare personale. dobbiamo aprire un tavolo di discussione con l’ordine dei farmacisti e con i titolari delle farmacie private, per vedere come possiamo collaborare nell’interesse di tutti». In realtà anche i privati hanno difficoltà nel reperimento di personale, ma non devono sottostare alle stesse regole del pubblico e, per i privati, infatti, l’attestato di bilinguismo è auspicabile, obbligatorio soltanto per il direttore della farmacia. superato lo “scoglio bilinguismo”, da fuori provincia non mancherebbero i professionisti disposti a trasferirsi qui, allettati dalla prospettiva di un posto a tempo indeterminato, ma resta il problema del costo della vita e anche degli alloggi.

Nodi da risolvere tutt’altro che secondari anche perché non bastano gli stipendi mediamente più alti che nel resto d’italia: un farmacista comunale al primo impiego guadagna circa 2.100 euro netti al mese cui vanno aggiunte le indennità legate all’attestato di bilinguismo e agli straordinari. La vita resta comunque troppo cara. e così, il comune ora ha intrapreso una nuova via. perché il tempo corre e la concessione scade.

 













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