Il Filmclub pensa al «drive-in» 

Si studiano le soluzioni alternative. Kaufmann (Capitol): «Potrebbero andare bene il parcheggio Tir dei Piani o un’area in zona aeroporto» Ma ci vorrebbero gigaschermi e potenti (e costosi) impianti audio. Intanto si approfitta della chiusura per una serie di lavori di ristrutturazione


Paolo Campostrini


Bolzano. Il Filmclub è un cantiere. Polvere, macchine, operai. «Stiamo ristrutturando - spiega Martin Kaufmann, anima e corpo del Capitol - soprattutto il pavimento ne aveva bisogno». Ma sono invece i film a non esserlo, un cantiere. Le pizze accumulano solo polvere da due mesi. E i cinema con loro. «Una tragedia», dicono i gestori. «Le sale saranno le ultime a riaprire», le parole di Conte fin dall’inizio della pandemia. E Kompatscher non ha potuto dargli torto: "E così, mi spiace". I cinema come le discoteche. E forse come gli stadi. Niente fine del lockdown per loro. Troppo al chiuso, troppo fitte le sedie, troppi gli spettatori gomito a gomito. E il distanziamento? «Possibile. Ma poco praticabile. I cinema sono luoghi di aggregazione...». Soluzioni? L’aria aperta, innanzitutto. Così Kaufmann prospetta qualche scenario possibile: i drive -in negli spazi larghi o il cinema estivo. Ma sono palliativi. Tuttavia ci sono un paio di idee, subito almeno per i drive-in: 1) il grande parcheggio dei Tir ai Piani, che potrebbe ospitare auto a bizzeffe; 2) la zona dell’aeroporto. Ma c’è risolvere il problema dello schermo. Deve essere gigante. Anche le multisale arrancano. Il Twenty ha riaperto tutto. Ma tutto tutto no: stop all’Uci. L’unico luogo off limits resta quindi proprio il cinema. Stessa stasi al Cineplexx. Vuoto e in attesa di eventi. Vista la matrice d’Oltrebrennero, la gestione spera in una luce che potrebbe accendersi al di là del confine. Ma anche in Austria e Germania l’ultima questione da affrontare resta, come in Italia e in tutto il resto dell’occidente, la sala cinematografica. Intanto Kaufmann e il suo Filmclub fanno le pulizie.

Che succede al Capitol, riaprite?

Magari. Sono lavori di riqualificazione degli spazi. I pavimenti stavano proprio male. Ci siamo detti: questo è il momento giusto, con tutto sbarrato.

Non troppo giusto il momento per il resto...

È da piangere. Ma c’era da mettersi il cuore in pace fin dall’inizio. Subito tutti hanno detto che i cinema sarebbero stati gli ultimi ad aprire.

Cosa sperate?

Almeno in novembre. Così ci è stato detto. Ma chissà come andrà il virus.

E aprire distanziati?

Allora, i protocolli per noi naturalmente non esistono. Esisteranno quando si deciderà una possibile data di ripresa. Ma si parla di distanziamenti forti. Tipo due metri tra gli spettatori, ricambi d’aria, porte aperte, disinfettanti.

Non va bene?

Per la salute, tutto va bene. Ma il cinema non è come stare da soli in casa a vedersi un film. È socialità, incontro, gente intorno... Non so se va bene.

Alternative?

Ora si parla di drive-in. Abbiamo un paio di idee che stiamo confrontando con chi di dovere. Si pensa all’uso di due spazi adeguati.

Che sarebbero?

Il parcheggio per camion ai Piani, nei pressi dei magazzini. Lì potrebbe andare discretamente. È anche molto vicino al centro. Comodo. Poi l’area dell’aeroporto. Anche lì lo spazio c’è. Anche se un po’ fuori mano, ma in macchina è possibile.

E allora?

C’è un problema di costi. Poi uno di tipo amministrativo. Tipo i permessi e tutto il resto. E infine uno anche economico: serve uno schermo molto grande, non di tipo cinematografico classico. Gli spazi sono molto più estesi che non le sale. E ancora il nodo dell’acustica. Insomma, si può fare ma dovrebbero darci una mano.

Alternative classiche come i cinema estivi all’aperto?

Abbiamo già fatto esperienze di questo tipo. Ricordiamo i film proiettati nel cortile dell’università, ad esempio. Ma sono situazioni soggette alle bizze del tempo. Basta una nuvola e salta tutto. Le estati scorse, per dire, non sono state buone per il tempo, tante serate sono saltate. è una soluzione un po’ precaria.

Altre location?

I cortili di certe scuole. Abbiamo anche l’esperienza di castel Mareccio, per dire. Ma, ripeto, le proiezioni all’aperto soffrono di troppe variabili. Più sicuri i drive-in».

Siete tristi?

Molto. Ma abbiamo tanta voglia di provare e cercare delle soluzioni. Mordiamo il freno.

In cosa sperate?

Che tutto continui ad andare bene. Questa prima parte di stagione è andata. Ma se si potesse avere una data. Chessò, settembre...?

Il vostro filmfestival è saltato...

Un brutto colpo. Si era lavorato così tanto. Proviamo a salvare qualcosa di quello che è stato fatto. Ma anche gli altri grandi festival sono stati bloccati. Speriamo che invece Venezia a settembre ci sia. Loro ci sperano. Sarebbe un gran bel segnale. Se apre quella rassegna prima dell’autunno, magari anche noi qui...















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