«Il gettone? È per la telecamera»

De Piccoli (M5S), presidente di Don Bosco, destina l’indennità all’attrezzatura per filmare le sedute


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Un grillino di Treviso a Don Bosco. Esperimento all’inizio. Interessante, ma c’è da lavorarci su. Federico De Piccoli dall’inizio di luglio è il presidente della circoscrizione Don Bosco. È stato eletto con i voti di Pd, Svp, Civica per Spagnolli e Verdi, tra le grida «vergognatevi» del centrodestra, che puntava a un proprio presidente.

De Piccoli, ingegnere di 29 anni, vive da un anno e mezzo a Bolzano. Casa a Rencio, tra l’altro. Il buon successo del Movimento 5 Stelle alle comunali e la strategia del centrosinistra (meglio un grillino, che uno di destra) l’hanno proiettato alla presidenza del quartiere più «denso» di Bolzano, dal punto di vista politico e sociale. «Lo so, lo so. Me ne sono accorto...», racconta De Piccoli. Ieri mattina era nell’ufficio in piazza Don Bosco. Con i consiglieri di Unitalia, Alto Adige nel cuore, Lega e CasaPound siamo alle prove di dialogo. Al centro civico arrivano Gabriele Galante (Unitalia) e Alessandro Cavalli (Alto Adige nel cuore). Una foto insieme al neo presidente? «Dipende da cosa ha detto. Non vogliamo dare l’idea di sostenere qualche sua idea che non ci piace», rispondono. È solo una foto... «Va bene». Ci vorrà tempo. La destra di Don Bosco si era abituata ai presidenti del Pd, ma un Pentastellato non se lo aspettava. Nonostante la partenza in salita, De Piccoli insiste con il suo progetto di circoscrizione «condivisa»: «La nostra idea, come movimento, è di organizzare il lavoro in modo diverso: il presidente lavora con tutti gli altri consiglieri, che vengono valorizzati in base ai loro interessi. La partenza non è stata con la banda, ma la prima riunione è servita per capire che siamo un gruppo di persone con interessi, competenze e passione. Vorrei assegnare delle deleghe, così i cittadini possono avere un consigliere di riferimento sui diversi temi». De Piccoli punta alla rotazione annuale della presidenza: «In autunno chiederò ai consiglieri se sono d’accordo. Se non appoggiano l’idea, mi dimetterò subito. Non posso imporre la mia visione». Intanto ha rinunciato alla sua indennità. «L’ho congelata per tre mesi, in attesa della verifica. Ho scritto all’ufficio Stipendi del Comune chiedendo di non versarmi la cifra». L’indennità del presidente è di 7500 euro lordi all’anno. I tre mesi cui De Piccoli rinuncia equivalgono a 1800 euro. «Voglio utilizzarli per acquistare una videocamera. La useremo per riprendere le sedute del consiglio e caricarle sul nostro sito web. Abbiamo promesso una circoscrizione trasparente».

Secondo De Piccoli, lo sguardo di un esterno su Don Bosco può essere un «bel laboratorio, per noi del M5S e per tutti, perché si prova a lavorare con un sistema diverso. La scommessa è fare le cose insieme, con il buon senso, sganciandosi da differenze ideologiche fissate da troppo tempo. I cittadini iniziano a venire a parlarmi, o ci mandano mail con le loro segnalazioni. Ho capito subito quanto Don Bosco sia un quartiere complesso.Il tema veramente forte qui deve essere il sociale. Ci sono problemi legati alla struttura urbanistica del quartiere. È cresciuto a blocchi, il nucleo storico, poi Firmian e Casanova. Non ci sono le condizioni per una socialità condivisa, una identità. Gli ultimi due quartieri poi sono stupefacenti, se pensiamo che sono stati costruiti negli ultimi venti anni: non puoi avere quartieri con un’unica strada di accesso. È logico che le persone si sentano come prese dentro una scatola. Sono convinto che l’insofferenza per problemi modesti nasca da questa difficoltà di base». La circoscrizione non ha competenze sull’urbanistica. «Infatti quello che possiamo fare è tirare fuori le persone dalle case e lavorare insieme a loro. Le assemblee sono previste dal regolamento, non ci inventiamo nulla». Nell’agenda del quartiere, oltre al sociale, ci sarà la sicurezza: «Vogliamo intervenire sui parchi. Non ci sono problemi particolari, ma è meglio lavorare di prevenzione». E poi c’è il tema del decoro del quartiere. Galante ha presentato una mozione contro l’uso dei campetti polifuzionali da parte di adulti per il gioco del cricket. Alto Adige nel cuore lavora per ottenere nei quartieri parchi gioco inclusivi, privi di barriere architettoniche, in cui possano giocare anche i bambini con disabilità. Cavallo sta seguendo il progetto per Don Bosco. Una mozione simile è stata depositata da Kevin Morghen a Oltrisarco-Aslago e da Gabriele Giovannetti in consiglio comunale. In diverse città, spiegano, «sono già stati avviati parchi giochi dove tutti i bimbi possono giocare».

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