Il maestro in odore di pedofilia ha risarcito tutti i genitori 

Ha messo a disposizione dell’avvocato 100 mila euro. Le parti civili dovrebbero tutte ritirarsi dal processo  Il 2 luglio l’imputato dovrà decidere eventuali riti alternativi. No della Procura a ritenere “lievi” i fatti contestati


Mario Bertoldi


Bolzano. Il maestro accusato di pedofilia e sotto inchiesta dalla primavera dello scorso anno per presunti abusi nei confronti di sue alunne, ha raggiunto un’intesa con le famiglie che avevano annunciato la costituzione di parte civile. Il maestro ha messo a disposizione del suo avvocato, per procedere ad accordi concreti con le presunte parti lese, poco più di 100 mila euro. Non poco, se si pensa che l’inquisito sino a poco tempo si è sempre protestato innocente e si diceva sicuro di poter dimostrare nel corso dell’eventuale processo l’inconsistenza delle accuse. Anche se formalmente l’insegnante non ha mai fatto ammissione esplicita di responsabilità in considerazione della condotta contestata, la decisione di riconoscere un risarcimento ai genitori delle piccole vittime lascia intendere che probabilmente sono in arrivo le prime ammissioni. Nessuno pagherebbe sapendosi innocente, tanto più a fronte di un reato così odioso come quello contestato al maestro che avrebbe anche fatto presente che non intende più proseguire con l’insegnamento anche se dovesse cadere il provvedimento disciplinare di sospensione disposto a livello amministrativo. In sede penale il capo d’imputazione nei confronti del maestro è particolarmente nutrito. Sulla base delle immagini girate dalle telecamere - spia sono stati contestati diversi episodi incriminati. I fatti, lo ricordiamo, sono avvenuti in una scuola elementare altoatesina ove il maestro (poi sospeso da ogni attività didattica) insegnava la lingua italiana.

All’insegnante la Procura contesta la violenza sessuale (609 bis) con relative circostanze aggravanti (609 ter) che fanno riferimento al fatto che le bimbe oggetto delle attenzioni maniacali erano di età inferiore ai dieci anni ed erano affidate all’indagato per finalità di insegnamento. Si tratta di aggravanti pesanti anche in relazione al ruolo di responsabilità che un maestro riveste nei confronti dei propri alunni e dei loro genitori. In questo caso l’uomo avrebbe approfittato della propria posizione professionale per allungare le mani su una dozzina di bambine che sarebbero state accarezzate ripetutamente sulle cosce (anche nelle zone inguinali). La posizione dell’insegnante è molto pesante. Secondo quanto emerso dai filmati in mano agli inquirenti, gli abusi sarebbero stati messi in atto approfittando di alcuni momenti in cui, nell’ambito dell’attività didattica, le alunne si erano avvicinate all’insegnante.

Sotto il profilo processuale l’accordo raggiunto con le parti lese (che ritireranno la costituzione di parte civile) è importante perchè l’imputato potrà tentare di ottenere l’attenuante del danno risarcito. La Procura della Repubblica per il momento ha comunque confermato una posizione di severità nei confronti del maestro.

Il pubblico ministro, infatti, si è dichiarato non disponibile a ritenere “lievi” i fatti contestati. Un particolare non da poco in quanto con l’attuale configurazione del capo d’imputazione non è prevista la possibilità da parte dell’inquisito di poter chiedere il patteggiamento della pena. Ieri il giudice Emilio Schönsberg ha comunque concesso all’imputato un rinvio dell’udienza al 2 luglio per decidere l’eventuale ricorso ad un processo con rito abbreviato.

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