Il magazzino-dormitorio dei cinesi

Dieci persone vivevano da settimane in condizioni igienico-sanitarie precarie nell’ex Blockbuster. La cucina era nel bagno


di Susanna Petrone


BOLZANO. Poco dopo le 5 di ieri mattina la polizia ha fatto irruzione in un magazzino-dormitorio in via Torino nei locali dell’ex Blocjbuster, dove dieci cittadini cinesi vivevano e dormivano da diverse settimane in condizioni igieniche precarie. A notare lo strano via-vai erano stati gli abitanti della zona: gruppi di cinesi entravano in tarda serata nel magazzino, passando dal porticato, senza però uscire. Dopo una serie di accertamenti, gli agenti della Squadra Mobile, coordinati da Giuseppe Tricarico, e i colleghi dell’Ufficio Immigrazione della questura hanno deciso nelle prime ore della mattinata di ieri di fare irruzione. I poliziotti hanno trovato dieci cittadini cinesi (tra cui due donne) che vivevano e mangiavano in uno spazio angusto e sporco. Gli stranieri, tutti molto giovani, hanno dichiarato di essere dipendenti della società commerciale che nelle prossime settimane aprirà un nuovo emporio (“Il Mercatino cinese”) in via Torino, nei locali dell’ex Blockbuster, preso in affitto per la cifra stratosferica di 8 mila euro al mese (700 metri quadri su due piani e 100 mila di lavori di ristrutturazione). Le condizioni igienico-sanitarie sono subito apparse alquanto precarie, infatti gli agenti una volta entrati, oltre a scatoloni di merci varie, hanno trovato giacigli, brande, stenditoi posti tra gli scaffali e i cartoni ed un piccolo bagno di fortuna, che all’occorrenza fungeva da cucina. Alcune delle persone trovate all’interno hanno tentato di negare di aver usato il magazzino come dormitorio. Una versione contraddetta dai letti disfatti e dalle suppellettili di ogni tipo. Al termine dell’intervento gli agenti hanno proceduto a sanzionare il titolare della società: l’imprenditore, anch’egli cinese - improvvisatosi “fitta – camere”, dovrà pagare fino a 1.100 euro per ogni straniero abusivamente alloggiato. La polizia sta intolre cercando di accertare la regolarità del rapporto lavorativo fra i cinesi (tutti regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale) e la stessa società. La questura ha, inoltre, proceduto a smantellare il dormitorio abusivo.

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