Il messaggio di Natale del vescovo Muser: «Dio è il nostro prossimo»

Insieme agli auguri per le festività, il vescovo Muser ricorda ai fedeli che il Natale è la festa di chi ha «il coraggio di ricordare chi gli è vicino» Il videomessaggio



BOLZANO. Poche righe di messaggio, da perte del vescovo Ivo Muser alla sua comunità di fedeli, per augurare a tutti un buon Natale e per ricordare anche, che queste giornate non arrivano per essere dedicate al consumo e ai regali, ma per testimoniare la fede attraverso gesti di generosità.

Il vescovo Ivo MuserMuser

Ecco il messaggio: «I cristiani non credono a un potere superiore e divino qualsiasi. Dio non è un qualcosa, ma è un TU. Egli s’immischia così tanto con noi uomini che ci vuole incontrare in un bambino poco appariscente, nell’uomo Gesù. In questo uomo il figlio di Dio diventa, attraverso Maria, nostro fratello. Gesù è icona di Dio: è vero Dio e vero uomo.

Nel mistero del bambino nella mangiatoia, Dio mostra quale grande idea ha dell’uomo. Dalla notte di Betlemme, in cui Dio si dona in un bambino, il più importante segno distintivo di Dio in questo mondo è proprio l’uomo.

A Natale Dio stesso si manifesta nell’uomo: si manifesta in un bambino che ha il diritto di essere accolto – prima e dopo la sua nascita; si manifesta in un giovane, che ha il diritto di essere preso sul serio nella sua ricerca e nelle sue domande; si manifesta in una persona anziana, ammalata, diversamente abile e morente, che ha diritto di essere considerata e accompagnata.

Dalla notte di Betlemme, in nessun altro luogo del mondo Dio è tanto presente quanto nell’uomo. Dalla notte di Betlemme la prima e più sicura via che porta l’uomo a Dio passa attraverso l’uomo. Dio si manifesta diventando uomo: dalla parte di Dio stanno solo quanti stanno dalla parte dell’uomo.

La festa di Natale ci vuole infondere coraggio nel non ignorare, nel non dimenticare la persona accanto a noi. E dove un uomo riconosce negli uomini che gli stanno accanto il volto di Dio che si è fatto uomo, dove nel volto degli altri si rendono visibili i tratti di Dio – anche se questo volto porta i segni della malattia, ha una pelle di diverso colore, o parla di una vita segnata da numerose sofferenze – lì continua a essere scritta, anche oggi, la storia della notte di Betlemme.

Il nostro mondo ha bisogno solo di una cosa: Dio si fa uomo e l’uomo diventa prossimo.

Che il miracolo dell’incarnazione di Dio possa caratterizzare la nostra vita e i nostri rapporti. Gioiamo del nostro Dio che in Gesù si è avvicinato a noi così tanto, con tutte le conseguenze: dalla mangiatoia fino alla croce.

Che sia una festa natalizia benedetta, piena di grazia e di speranza».













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