Il no di Cortaccia è già costato a Xela 100 mila euro
Avolio: «Sono gli stipendi dei dipendenti, a casa da giorni» Schiefer: «L’impianto di rifiuti non può restare tra i meli»
CORTACCIA. «Confidiamo nella sospensiva del Consiglio di Stato ma l'amministratore unico della Pa Service Patrick Santini, di questo passo, ci rimetterà 100 mila euro in un solo mese di stipendi»: Giuseppe Avolio, il legale della Xela, pone l'accento sui 20 lavoratori, che attualmente sono a casa, pur se regolarmente pagati. E si tratta in gran parte di periti chimici e tecnici, dipendenti altamente qualificati.
«L'azienda della Bassa Atesina, che ha un fatturato di circa 4 milioni di euro, sta facendo davvero di tutto per mantenere gli attuali livelli occupazionali, ma questa situazione non può davvero andare avanti in eterno».
Tra l'altro la Xela, pur di ripredere l'attività sospesa un paio di settimane fa, sembra disposta anche a trattare. «Potremmo rinunciare - spiega Avolio - alla miscelazione dei rifiuti in loco. Su questo Santini si è già detto disposto a ragionare».
Dopo la presa di posizione del Comune di Cortaccia, che aveva fatto ricorso al Tar, ieri è arrivata anche quella del presidente del Comprensorio Oswald Schiefer che non sembra affatto disposto a scendere a compromessi. Nemmeno sui posti di lavoro.
«Santini e Provincia potevano pensarci prima. I lavoratori qualificati non faticheranno a trovare un'occupazione altrove, magari anche nello stesso settore, e mi sembra che ci si possa e debba già mettere in quest'ordine di idee. La Pa Service potrebbe lasciare a Cortaccia il centro logistico e amministrativo mentre per la raccolta e la miscelazione dei rifiuti non c'è spazio. Non vogliamo saperne di rifiuti raccolti in altre zone d'Italia. Qui ci sono meleti e la situazione è diventata ormai insostenibile: non tollereremo più miscugli di sostanze nocive».
Il legale della Xela, Giuseppe Avolio, non ci sta. «Innanzitutto i rifiuti trattati sono solo quelli prodotti in zona, il resto sono chiacchiere e speculazioni di bassa lega. Ma se Schiefer non intende mantenere l'impianto tra i meleti, dove vuole scaricarlo? A Bolzano, magari a Casanova vicino all'inceneritore? Mi sembra davvero una scelta di comodo che molti residenti nel capoluogo non accetteranno di sicuro col sorriso sulle labbra». Del ricorso al Consiglio di Stato, che sarà presentato entro questa settimana si occuperà il legale romano Dell’Anno.
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