Il Pd si «prende» sociale e mobilità I Verdi non ci stanno 

Il sindaco al lavoro. Caramaschi ha spedito ai partiti la nuova versione del programma Riorganizzazione del consiglio: si chiede alla Regione una indennità fissa, al posto del gettone Ipotesi di giunta: Dello Sbarba: «Siamo cresciuti, non accetteremo un taglio di competenze»


Francesca Gonzato


Bolzano. La mail di Renzo Caramaschi è partita ieri mattina. Ogni partito della coalizione ha ricevuto il programma. La base è il testo dell’alleanza iniziale di centrosinistra, integrato con i punti chiesti dalla Svp e da «Io sto con Bolzano». La giornata di ieri è stata tranquilla. «Di giunta inizierò a parlare la settimana prossima, quando mi daranno il via libera sul programma. Una cosa per volta», anticipa il sindaco. Lunedì sono previste le assemblee cittadine di Svp e Pd, anche i Verdi stanno guardando il testo. Caramaschi vorrebbe firmarlo martedì o mercoledì, per passare alle trattative su assessori e deleghe. Sulla giunta in realtà la tela è abbastanza ben definita, anche se si profila un braccio di ferro tra Pd e Verdi su mobilità e sociale. E il tema delle donne sta diventando imbarazzante per il Pd, il partito che ne ha elette di più e che punta a portare in giunta due uomini.

Il programma

Il decalogo di richieste della Svp firmato da Caramaschi come patto per il ballottaggio si ritrova nel testo rivisitato dal sindaco. Tra i punti più sentiti, il nuovo regolamento del consiglio comunale, per ridurre i tempi di intervento e il numero delle sedute: l’impegno del Consiglio bolzanino, con più convocazioni alla settimana, è un deterrente alle candidature. Ed ecco che spunta, non era stato citato, un corollario di questa riorganizzazione: viene sollecitata una modifica alla legge regionale per ottenere una indennità fissa per i consiglieri in sostituzione del gettone di presenza. Questo il ragionamento: il gettone di presenza può incentivare la moltiplicazione delle sedute. Confermati poi i punti sullo sviluppo della città: stop al consumo del verde, no espansione ulteriore, la «nuova» Bolzano sarà l’areale ferroviario. Cambieranno i compiti delle circoscrizioni (non più votazioni su bilancio e varianti urbanistiche), si prospetta la privatizzazione dell’azienda di soggiorno (come previsto dalla legge provinciale). Tra i temi chiesti dal gruppo di Angelo Gennaccaro, la riapertura di viale Trento e la sosta gratuita di 30 minuti sulle strisce blu per incentivare il commercio nei quartieri.

La partita della giunta

Dai colloqui dei partiti con Caramaschi due sono i punti che sembrano ormai assodati: la giunta a sette e le deleghe a lavori pubblici e urbanistica a Luis Walcher. C’è una ipotesi di conferma del sociale-cultura per Juri Andriollo (Pd). Salvo un accordo con la Svp sulla pianificazione territoriale, per Stefano Fattor (Pd) si prospetta mobilità e patrimonio, con relativi agganci sull’operazione areale. L’ipotesi per Chiara Rabini (Verdi) è un assessorato all’ambiente, giovani ed eventualmente scuola. Ma i Verdi non ci stanno. Riccardo Dello Sbarba lo ha anticipato ieri a Sandro Repetto (Pd) durante i lavori del consiglio provinciale: «Se il criterio è la continuità, allora Chiara Rabini punta a proseguire il lavoro di Marialaura Lorenzini su ambiente e mobilità. Se c’è un rimescolamento, bene ambiente e politiche sociali. Di sicuro i Verdi non accetteranno di pesare meno di quattro anni fa». Quanto alle donne, il consigliere Silvano Baratta (Pd) si prende la soddisfazione di dire questo al suo partito: «Chi lo dice che in giunta ci debbano essere solo due donne? Il Pd ha eletto tre consigliere, ha condotto una campagna sull’importanza delle donne in politica. Adesso dobbiamo essere coerenti e nominare almeno una donna». Repetto, coordinatore cittadino, ammette: «È ovvio che ci stiamo ponendo il problema».

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