Il popolo di Facebook si divide

Sull’argomento diciottomila contatti e centinaia di commenti in appena 24 ore



BOLZANO. Hanno scelto di non prenderla alla leggera, gli internauti che seguono il nostro giornale attraverso i socialnetwork. E si sono sentiti chiamati in causa abbastanza da lasciare alcune centinaia di commenti. Ma quello che forse conta di più non è la quantità, ma la qualità dei commenti: non le solite tre parole con uno “smile” a cui il frenetico mondo di internet ci ha abituati, ma decine di righe, cariche di argomentazioni, a prescindere se favorevoli o contrarie alle posizioni di don Dino e al contratto del “buon cristiano”. In alcuni casi sono nati dei veri colloqui, con botta e risposta serrati tra le posizioni, rimandando ad argomentazioni a volte storiche o dottrinali, oppure semplicemente facendo uso, ciascuno a modo suo, di buonsenso. Quello che ne emerge è una riflessione collettiva, pregna di contenuti che dimostra quanto la questione si decisamente di interesse attuale.

«Sono sconcertata», spiega Tatiana Tiballi, «A me sembra un contratto ben fatto» commenta Jlic Belpoliti, «Non ne farei un caso politico» profetizza Gianluca Battisti. Tutti argomentando le loro posizioni.

«La sodomia resta sodomia, non si può chiedere ai cattolici di rinunciare ai propri dogmi» afferma Walter Landi, al quale risponde Leib Leben: «A dire il vero è la cultura cattolica che si impone sulla laicità delle istituzioni». Danilo Noziglia si rivolge ai genitori, «che mandano i loro figli nelle mani questa gente», mentre Carlo Vettori se la prende con la credibilità del clero, che in termini di autorevolezza in materia di «sessualità disordinata ti fa un corso...».

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