Il richiamo del cane, ecco i consigli per farsi ascoltare 

Perché il quattro zampe venga da noi quando lo chiamiamo, occorre stabilire con lui un rapporto «sano» senza assillarlo. I biscotti non sono la soluzione


di Luca Rauzi


BOLZANO. Non è complicato chiamare un cane e invitarlo a tornare vicino a noi, quando la sua attenzione è già rivolta verso di noi. La maggioranza delle persone che hanno un cane ci riescono. Sono però una minoranza quelli che riescono a ottenere l’attenzione e la conseguente risposta in ogni momento, indipendentemente dal tipo di attività in cui il cane è impegnato e coinvolto. Sicuramente entrano in gioco variabili come la vocazione individuale del cane a essere più o meno interattivo e collaborativo. Detto questo, tocca a noi conquistare la sua disponibilità. Partendo dal cucciolo, uno degli errori più comuni è l’abuso di richieste prima ancora di aver chiarito con certezza il significato delle stesse. Bisogna avere la pazienza di insegnare con chiarezza, prima di pensare di usare un linguaggio nuovo ed estraneo. E ricordiamoci sempre che stimolare il piacere di imparare deve essere il primo insegnamento su cui concentrarci. Nella fase successiva, quando riconosce i nostri segnali, la qualità delle risposte del cane dipenderà dalle sue motivazioni. Un aiuto ci può arrivare dall’uso dei premi che, usati correttamente, possono aggiungere un po' di motivazione dove manca, anche se continuo a preferire il cane che mi guarda negli occhi rispetto a quello che si occupa solo del biscotto che tengo tra le mani. Per avere un cane auto-motivato ad assecondarci, la strada maestra da percorrere quotidianamente con pazienza, coerenza e impegno resta la costruzione del nostro ruolo, oltre alla qualità della relazione che riusciamo a instaurare. Il nostro comportamento e la qualità della nostra comunicazione determineranno la nostra credibilità. Se sapremo essere credibili e interessanti, conquisteremo la sua disponibilità. Raramente ho visto un cane interrompere immediatamente un inseguimento o un’attività in cui era particolarmente coinvolto, a favore di un biscotto. Più spesso ho visto interrompere qualsiasi azione semplicemente perché lo hanno chiesto “la mamma” o “il papà”; naturalmente solo quando questi ruoli sono riconosciuti e risultano credibili agli occhi del cane.













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