Il tassista ha venti giorni per difendersi

Il Comune avvia la procedura per sospendere la licenza. Accarrino si dimette dalla commissione taxi: dovevamo decidere



BOLZANO. Bufera in Comune per la mancata sospensione di Armando Sacco Zaut, il tassista accusato di avere aggredito e rapinato una cliente, una biologa di origini keniote. Il sindaco Renzo Caramaschi dissente platealmente dalla commissione comunale taxi, che mercoledì ha votato a larga maggioranza contro la proposta dell’assessora Maria Laura Lorenzini di sospendere la licenza del tassista (sei no, tre sì). «Il regolamento va cambiato», ha scandito Caramaschi ieri sera durante una movimentata discussione sull’argomento in consiglio comunale, al termine della relazione sul bilancio. Come segno di protesta si è dimesso dalla commissione taxi il sindacalista Agostino Accarrino (rappresentante del Ctcu), che aveva votato per la sospensione: «La commissione doveva decidere se il comportamento era consono al regolamento, non c'entrava nulla l'iter giudiziario, ed alcuni non hanno avuto il coraggio di prendere la decisione che era dovuta. Restare in commissione è diventato incompatibile con il mio pensiero etico. Il mio punto di vista è troppo diverso. Come posso rimanere in commissione, se come rappresentante del Centro tutela consumatori non riesco a tutelare i clienti?». Intanto è partita la procedura amministrativa, l’unica strada possibile per il Comune dopo la decisione della commissione taxi. Ieri riunione dell’assessora Lorenzini con Caramaschi e l’avvocatura comunale. Al tassista Armando Sacco Zaut è stata inviata una lettera di contestazione da parte del Comune per la violazione delle norme di comportamento in servizio. In base all’articolo 38 del regolamento per il servizio taxi, il tassista ha venti giorni per replicare con proprie osservazioni scritte inviate all’ufficio Mobilità. «A quel punto si potrà convocare nuovamente la commissione e spero che possa essere decisa la sospensione da 2 giorni a 6 mesi», spiega Maria Laura Lorenzini. «Venti giorni per la riposta sono troppi. Una settimana può bastare», accusa Caramaschi, «E comunque sono scandalizzato dalla decisione della commissione». La modifica del regolamento verrà portata nella prossima seduta di giunta. Pioggia di critiche ieri sera in consiglio comunale da parte di M5S (con Maria Teresa Fortini), Verdi, Pd e Svp. Nel mirino finisce Carlo Vettori (Lega), membro della commissione taxi, che ha ribadito le sue ragioni: «Non possiamo sostituirci alla magistratura». Roberto Bizzo (Pd), presidente del consiglio provinciale, accusa: «Questo provvedimento all’acqua di rose è dannoso per tutte le donne, che ora si sentiranno meno libere di muoversi di notte. E non vorrei che ci fosse un velo di razzismo. Cosa sarebbe accaduto se un tassista di colore avesse aggredito una cliente bianca?». Si fa sentire il M5S: «E’ corretto asserire che spetta alla magistratura verificare i fatti ma un taxi è un servizio pubblico e un servizio pubblico non può che essere sicuro». Si smarca Andrea Bonazza (CasaPound): «Fno al termine dei processi esistono leggi che tutelano l'innocenza dei cittadini». Sul web la campagna per boicottare i taxi. Protestano anche le donne Verdi: «Le istituzioni hanno il dovere di dare un segnale inequivocabile ed essere pienamente garanti del rispetto delle regole. Ogni cittadina e cittadino deve avere il diritto di muoversi sempre in sicurezza, a qualsiasi ora del giorno e della notte, a maggior ragione quando si affida a un servizio taxi. Riteniamo debba essere interesse della stessa categoria dei tassisti prendere le distanze dal comportamento del collega». Mauro Ortombina (presidente del Radiotaxi) in commissione ha votato contro la sospensione. (fr.g.)

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