Il vescovo Dal Toso, una vita in missione per aiutare i popoli
Il 53enne è presidente delle Pontificie Opere missionarie Domani nel duomo di Bressanone la messa per l’Epifania
BOLZANO. Sarà domani 6 gennaio, alle 10, la messa solenne nel duomo di Bressanone per l’Epifania celebrata dal vescovo Ivo Muser insieme all’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso; alle 17 Muser presiederà i Vespri solenni, sempre nel Duomo di Bressanone, mentre alle 14 del giorno successivo si avrà l’incontro dei Cantori della Stella nel Duomo di Bolzano.
La consacrazione dell’altoatesino Dal Toso, 53 anni, risale al 16 dicembre, quando nella Basilica di San Pietro Papa Francesco l’ha nominato vescovo titolare di Foraziana, una sede tunisina sviluppatasi nei primi secoli del cristianesimo, in presenza dello stesso vescovo Muser, del cardinale Paul Josef Cordes e di circa 30 pellegrini giunti dall’Alto Adige. Con l’ordinazione episcopale sono stati conferiti a Dal Toso due importanti ruoli: il segretariato aggiunto nella Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e la presidenza delle Pontificie Opere Missionarie a Roma - nel primo caso l’impegno sarà volto a propagare la fede cristiana nel mondo, fondare nuovi istituti missionari e costruire strutture ecclesiastiche locali, mentre nel secondo il lavoro dell’arcivescovo consisterà nella promozione dello spirito missionario e nel sostegno materiale alle missioni.
Nato a Vicenza nel 1964 ma da sempre residente nella nostra provincia, Dal Toso è stato ordinato sacerdote nel 1989 a Bressanone, dopodiché ha cooperato nella parrocchia di S. Maria Assunta a Merano e a Bressanone fino al 1992, per poi conseguire un dottorato in Filosofia presso l’Università Pontificia Gregoriana e, nel 2001, la laurea in Diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense. «Ho frequentato la scuola dei Francescani a Bolzano: essere cresciuto con due lingue, aver potuto navigare nelle due culture, è una grande ricchezza che mi ha aiutato anche più tardi, nel lavoro in Vaticano», commenta. Dal 1996 è stato Officiale e segretario del consiglio pontificio Cor Unum, preposto al coordinamento delle agenzie di aiuto cattoliche (per esempio, la Caritas). «Il Cor Unum mi ha permesso di conoscere molte situazioni difficoltose in tutta la Chiesa e nel mondo e di ampliare il mio sguardo, e quindi di venire incontro ai bisogni delle persone con più contezza. Ora, a Roma, mi attende un impegno missionario nel senso originario del termine. I territori di competenza sono Africa, Asia, parte dell’Oceania e parte dell’America Latina: già Benedetto XVI affermò che “l’Africa è il polmone dell’umanità”, e si possono riporre grandi speranze anche nell’Asia, basti vedere i viaggi di Papa Francesco. Si aiuteranno le giovani chiese a strutturarsi, e questo comporta la missione in senso stretto, cioè l’annuncio del Vangelo a popolazioni che ancora lo attendono.»
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