Imi e seconde case, contestate le aliquote

Pirolo (Cgil): «Sono altissime per comodato d’uso gratuito, cessioni in ambito familiare e per i patti di futuro d’acquisto»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Fioccano le proteste dei bolzanini per le aliquote salatissime applicate ai proprietari di seconde case per il comodato d’uso a titolo gratuito (ammesso per i parenti in linea retta e per i collaterali fino al secondo grado), in presenza di patti di futuro acquisto ma anche per la cessione di appartamenti (piuttosto frequente) da zia a nipote. Sono stati in molti a rivolgersi, nelle ultime settimane, al Caaf della Cgil per avere un’interpretazione autentica della legge provinciale, per capire se ci sono le condizioni per presentare ricorso o per chiedere lumi sull’opportunità di scegliere la strada della donazione. «La legge provinciale, complessivamente, non è male - commenta Marco Pirolo, responsabile del Caaf della Cgil - ma ci sono diverse strozzature da eliminare. Trovo scorretto, infatti, prevedere l’aliquota massima per uno zio o una zia che cede l’alloggio al nipote (visto che quest’ultimo non fruisce di contributi a fondo perduto o sussidi) ma anche in presenza di un patto di futuro acquisto tra venditore e acquirente o se esiste un regolare contratto di comodato d’uso gratuito».

E proprio su quest’ultimo caso, anticipato nei giorni scorsi da Tca dopo l’interessamento di Team Autonomie, anche il sindaco Spagnolli ha ammesso la necessità di richiedere un’interpretazione autentica. Un esempio illuminante in tal senso è quello di Mirco Zannin, che sebbene abbia ceduto il suo secondo immobile gratuitamente in comodato d’uso si è trovato a dover pagare 300 euro in più di Imi, che usando un pizzico di buon senso il Comune dovrebbe cancellare senza indugio. Zannin alcuni anni fa ha preso in affidamento questo ragazzo, a cui poi è rimasto molto legato. Non ha potuto adottarlo solo per una mera questione di età. Quando il giovane è diventato adulto (e l'affidamento è venuto meno) gli ha ceduto l'alloggio in comodato d'uso, senza incassare un solo euro. La buona azione, però, si è trasformata in un boomerang, come ha dimostrato il consigliere comunale Claudio De Gasperi di Team Autonomie. Per il regolamento Imi una locazione in comodato d'uso gratuito (a meno che ciò non avvenga con parenti stretti) non è ammessa. E l’alloggio viene considerato sfitto. Con la conseguenza che Zannin, ottantenne dal cuore grande ma senza soldi da buttare, si è ritrovato a dover pagare centinaia di euro in più per un appartamento regolarmente occupato. Gli addetti degli uffici comunali hanno spiegato che avrebbe potuto aggirare la norma facendogli un contratto fittizio di un euro l'anno. «Non posso permettermi un avvocato - ha detto a Tca - e quindi, se il Comune non farà marcia indietro, pagherò. Anche se ritengo di aver subito una grave ingiustizia».

Interpellato sulla questione il sindaco Spagnolli non ha potuto che schierarsi dalla sua parte. «Ha ragione lui, ma so che i nostri uffici hanno agito sulla base di ciò che prevede la norma provinciale per casi come questo. Ora abbiamo chiesto un'interpretazione autentica e so che qualcosa si sta muovendo».

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