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Immobili, costi esagerati: la domanda crolla del 15% 

 Solo il 27% delle coppie con reddito medio può permettersi di accendere un mutuo. Gli immobili sul mercato si accumulano: nell’ultimo semestre fanno registrare un +18,1%



BOLZANO. Le case costano sempre troppo e gli affitti sono sempre troppo alti. Ergo, in Alto Adige si vendono e si affittano sempre meno case. Perché l’accessibilità del mercato immobiliare risulta sempre minore, specie per i lavoratori single, in particolar modo a Bolzano, seconda città più cara d’Italia dopo Milano. Nel capoluogo, ormai, meno dell’1% delle case risultano accessibili a chi vive da solo e ha un reddito medio. Non va tanto meglio alle coppie: solo il 27% dei redditi medi può permettersi di accendere un mutuo casa adeguato. È l’analisi, impietosa, fornita dall’ufficio studi del portale Immobiliare.it.

«Il mercato in Alto Adige, specie nel capoluogo, sta saltando. Chi può, vende per trasferirsi altrove, e così le imprese sono costrette a chiudere per carenza di personale», commenta la presidente dell’Ente bilaterale per il settore commercio turismo e servizi dell’Alto Adige, la sindacalista Cgil Antonella Costanzo.

Che aggiunge: «In Alto Adige si vive bene? Sempre più persone sopravvivono e appena possono se ne scappano via».

Il mercato

Il mercato immobiliare del Trentino Alto Adige, così l’indagine, nell’ultimo semestre vede crescere prezzi di vendita e canoni d’affitto, con un incremento percentuale molto simile per le due tipologie di prezzi: comprare casa è del 3,4% più oneroso rispetto a inizio anno, con 3.349 euro al metro quadrato di media. Per affittare, invece, si pagano in media 12,50 euro al metro quadrato, +3,3% nello stesso periodo. Le cose cambiano nell’ultimo trimestre, con i prezzi di vendita stabili, mentre gli affitti continuano a crescere oltre il 2%.

Costa troppo, crolla la domanda

Venendo ai principali indicatori di mercato, si assiste a un accumulo dello stock offerto in vendita nell’ultimo semestre, pari al +3,2%, con un ritmo che viene mantenuto anche nell’ultimo semestre. Con l’aumento dell’offerta, si registra una contestuale diminuzione della domanda nei sei mesi (-4,5%).

Segnali negativi si registrano dall’accessibilità al mercato, intesa come percentuale di appartamenti acquistabili tramite mutuo con un reddito medio. In regione questa è inferiore al 10% per i single (9,2%), in calo del 2,4% nell’ultimo semestre.

Il territorio più inaccessibile è Bolzano, dove solo lo 0,7% delle soluzioni può essere compatibile con il reddito medio. Per le coppie, invece, si arriva al 27%, con una contrazione del 4,5% nell’ultimo semestre.

Bolzano si conferma la seconda città più cara d’Italia, con i suoi 4.737 euro al metro quadrato di media, dietro solo a Milano. L’andamento dei prezzi in città è in controtendenza rispetto al resto della regione: Bolzano è infatti l’unica che vede una contrazione nel semestre, pari all’1,1%.

Trento è stabile con i suoi 2.995 euro al metro quadro, affermandosi comunque come l’ottava città più cara nel Paese.

Il territorio che ha visto crescere di più i prezzi rispetto all’inizio dell’anno è la provincia di Trento, con il +4,5%. Ma questa è anche la zona più economica in regione, con i suoi 2.392 euro al metro quadro di media.

La domanda decresce in quasi tutti i territori, in accordo con l’andamento regionale.

Fa eccezione però la provincia di Trento, dove si registra un aumento che sfiora il 4% su base semestrale. Nello stesso periodo, l’area che decresce di più è la città di Bolzano: -15,6%.

Per quanto riguarda lo stock, anche in questo caso la provincia di Trento è in controtendenza su base regionale: rispetto a un andamento tendenzialmente positivo, in quest’area si osserva un decumulo netto degli immobili sul mercato, -4,2%. La città di Bolzano è invece quella in cui l’accumulo è più pronunciato: +18,1%.

Il mercato delle locazioni

Nel primo semestre del 2023 lo stock di immobili offerti in locazione in regione vede una contrazione del 10,4%, nonostante l’ultimo trimestre presenti un accumulo netto (+3,7%).

Contestualmente, la domanda cresce del 12,2% su base semestrale. Anche in questo caso l’indicazione trimestrale differisce, con un incremento decisamente più contenuto: +2,5%.

È la provincia di Bolzano ad affermarsi come territorio più caro in regione per gli affitti: i suoi 15,20 euro al metro quadro di media staccano la propria città capoluogo di provincia (14,70 euro/mq), nonostante una contrazione vicina al 3% nel semestre.

I canoni d’affitto crescono sia nel comune di Bolzano (+5,7%) sia in provincia di Trento, dove sfiorano il +10% nel semestre. Il comune di Trento è invece contemporaneamente quello in cui è più economico affittare casa (11,1 euro al metro quadro) e dove le locazioni si contraggono maggiormente nel semestre (-4,2%).

L’andamento della domanda spacca invece in due la regione: comune e provincia di Trento vedono una crescita, più o meno netta, mentre il versante altoatesino osserva una contrazione vicina ai 10 punti percentuali in entrambi i territori (provincia e città di Bolzano). Situazione diametralmente opposta per quanto riguarda l’offerta: qui comune e provincia di Trento decrescono, seguendo nuovamente il trend regionale, mentre Bolzano e provincia sperimentano un accumulo netto di stock in locazione.

Chi può, scappa

«A soffrire più di tutti sono i lavoratori mononucleo, ma soffrono anche le famiglie», commenta la sindacalista Antonella Costanzo. «Il reddito annuo lordo non consente loro di reggere né gli affitti né eventuali mutui e questo si ripercuote in maniera pesantissima sul mondo del lavoro: sempre più esercizi commerciali e alberghi chiudono per mancanza di personale. Il costo della vita e della casa è eccessivo. Con gli stessi redditi altrove si vive, qui si sopravvive». DA.PA

 













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