La rivoluzione

Impianti sportivi di Bolzano, gara anche per Lido e Druso 

Lo impone la legge sugli appalti. Un gestore unico per piscine, bar e ristoranti. Per lo Stadio c’è l’interesse di alcune società specializzate nazionali. Il Comune: obbligati a farlo 


Paolo Campostrini


BOLZANO. Rivoluzione Lido. Che segue a ridosso quella del Druso. Stefano Fattor annuncia: «Entro l’anno i bar e i ristoranti andranno a gara. Ma lo faranno insieme alle piscine. Sarà una gestione unitaria». Dire rivoluzione è il minimo. Perché sono due le rivoluzioni. La prima è epocale: il Comune si appresta a passare la mano. Chi vincerà dovrà curare gli impianti, la sicurezza, gli addetti alle piscine.

Che costano oggi quasi 800mila euro l'anno. La seconda è organizzativa. Finora gli appalti erano a spezzatino: il bar, oppure il ristorante con l'’altro bar, o i due bar insieme. Adesso lo scenario configura un unico soggetto, una impresa presumibilmente strutturata e con esperienza alle spalle nel settore, che guardi ad una gestione complessiva.

Tutto questo ha un fondamento anche economico. Perché l'imprenditore interessato potrà contare sulla possibilità di attivare sinergie, di muoversi durante la stagione su più piani, organizzando eventi, modulando la presenza del personale in base alle attività reciproche delle strutture. E la gara diverrà più attrattiva e in grado di configurare cornici di adesione di qualità.

Poi c’è il Lido in sé. Con la sua storia, la clientela, il fascino senza tempo. E dentro c’è la terrazza. «È un peccato che non si riesca da tempo a sfruttarla come merita» ammettono in municipio. La ragione è evidente: un gestore che guardi solo al bar all’aperto non potrà mai crearsi quella massa critica che invece verrà a configurarsi con una conduzione unitaria della terrazza ma con i bar e l’intera rete delle piscine. Ogni iniziativa potrà essere spalmata su più piani, gli stessi collaboratori potranno essere in grado di muoversi all’interno di una configurazione complessa dell’impresa di gestione e ogni evento risultare più incisivo. Ma tutto quel quadrante di viale Venezia vedrà attuarsi quella liberalizzazione che darà spazio alla concorrenza così come prevede la legge nazionale del 2015 sul codice degli appalti.

Lo Stadio Druso. Anche il Druso andrà a gara. E visto il livello economico della gestione, la gara sarà sicuramente europea. A parteciparvi sarà sicuramente il Südtirol ma non è escluso che debba poi confrontarsi, a settembre, con altre società interessate. Ci sarebbero già delle società lombarde ai blocchi di partenza. Il Druso fa gola. «Non mi fa certo piacere rimettere in discussione posizioni consolidate - spiega Fattor, assessore al Patrimonio del Comune - ma è inevitabile aprirsi alla concorrenza. Ce lo chiede la legge. E non è detto che faccia poi male mettersi in gioco a più alti livelli. Può essere di stimolo per tutti».

Dunque tra Lido e stadio molto cambierà in quel lotto urbano. Come già sta accadendo in tutti gli altri impianti. Come è accaduto al Palamazzali e ed è in procinto di accadere nel tennis, partendo da via Parma (l’Ussa ha una proroga fino a settembre). Per arrivare fino in via Resia e i suoi campi.













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