Lavoro

In Alto Adige 1.680 apprendisti minorenni: controlli serrati sulla sicurezza 

La morte di un 18enne durante l’alternanza scuola lavoro a Udine alza il livello dell’attenzione. Gli studenti entrano nelle aziende a 15 anni, per imparare. Corsi per la sicurezza e supervisori: come funzionano i controlli


Sara Martinello


BOLZANO. In Alto Adige 1.680 minori di età compresa tra i 15 e i 17 anni sono assunti nelle imprese con contratti di apprendistato di primo livello (o tradizionale). L’apprendistato non è l’alternanza scuola-lavoro, i giorni che gli studenti di licei e istituti tecnici trascorrono negli enti o nelle imprese, cioè il percorso che stava seguendo Lorenzo Parelli, ucciso l'altro giorno da una putrella a 18 anni in un’azienda di Udine dove erano in corso lavori di carpenteria metallica. L’apprendistato lo svolgono gli iscritti alle scuole professionali provinciali e dura molto di più. Quali sono le condizioni di sicurezza degli apprendisti? E come è inteso il loro percorso formativo?

Il database dell’Osservatorio provinciale del Mercato del lavoro arriva al 2021. Dei 1.680 apprendisti minorenni, 635 lavorano nell’area “metallo”, ad esempio come carrozzieri, elettrotecnici, magnani o meccatronici d’auto. Altri 271 sono nell’edilizia (161 i muratori); 337 nel settore del legno (i due terzi come falegnami, 103 come carpentieri).

Così il direttore della Formazione professionale italiana, Giuseppe Delpero: «L’attività di supervisione dei giovani è doppia: al tutor aziendale si affianca quello della scuola, con visite settimanali e valutazione finale. L’Ispettorato del lavoro fa i controlli nelle aziende. Prestiamo grande attenzione alla sicurezza. Ad esempio, chi faccia attività di carpenteria o di saldatura è esposto a un rischio medio, quindi oltre al corso base ne seguirà uno aggiuntivo specifico». Gli apprendisti possono segnalare eventuali situazioni di disagio o di rischio anche agli insegnanti, spiegano dalla Formazione professionale tedesca.

Claudio Corrarati, presidente di Cna e del Comitato paritetico edile, cita i corsi erogati. Quello base di 16 ore, quello antincendio, quello di primo soccorso, addirittura quello sulle cadute dall’alto. «All’istituto per geometri, al quarto anno – aggiunge – i nostri esperti tengono corsi sulla sicurezza rilasciando loro un attestato finale. Questo tipo di formazione ha un grande valore aggiunto».

Il lavoro minorile è normato dalla legge 977/67. «Chi segue l’iter e le indicazioni previste ha tutti gli strumenti per tutelare i ragazzi», avverte Corrarati. «I giovanissimi devono essere messi nelle condizioni di imparare dall’esperienza di apprendistato. I controlli non sono un aspetto secondario, un apprendista non può essere esposto a macchinari e attrezzature pericolose. Perciò sono particolarmente severi, sia sotto il profilo aziendale, sia in relazione alla medicina del lavoro».

Situazioni di sfruttamento dei ragazzi non sono mai state segnalate a Cna. Sono le aziende a esprimere malcontento, qualche volta, quando vedono la loro produttività penalizzata. Può accadere più spesso con l’alternanza scuola lavoro, quando il periodo fuori dall’aula è breve e il rapporto con l’azienda è più debole. «Forse – così Corrarati – servirebbe una maggiore regolamentazione di dettaglio. Da tempo chiediamo che siano creati procedure, modalità, sistemi assicurativi. Avvicinerebbero i ragazzi al mondo del lavoro più concreto. È giusto che sulla tragedia della morte dello studente 18enne a Udine sia fatta una riflessione seria. Gli strumenti per garantire la sicurezza ci sono e li usiamo tutti: mandateci i vostri ragazzi».













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