La protesta

In Alto Adige le farmacie non vaccinano, ma in Italia lo fanno già da tre mesi 

Bonvicini: «L’Alto Adige è in ritardo e non capiamo perché. Abbiamo fatto anche i corsi abilitanti». L’assessore Widmann boccia la propaganda no vax in farmacia: «Inaccettabile, se sappiamo chi è interveniamo subito»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Nel resto d’Italia si vaccina da metà giugno. I farmacisti somministrano direttamente la dose anti Covid (Pfizer o Johnson & Johnson) ma devono aver frequentato corsi di abilitazione organizzati dall'Istituto superiore di sanità. Non possono vaccinare tutti: sono esclusi i soggetti ad estrema vulnerabilità o chi abbia avuto pregresse reazioni allergiche gravi.

E in Alto Adige? «Siamo ancora al palo». Proprio adesso che è stato confermato che si dovrà procedere con la terza dose.

Lo spiega Matteo Bonvicini, presidente provinciale Federfarma. «Non capisco quale sia l’intoppo ma non siamo ancora partiti. Vorrei che mi spiegassero perchè nell’arco di tre, quattro mesi non è stato ancora identificato un capitolo di spesa dove allocare le risorse. Ho tantissimi amici e conoscenti - continua - che hanno fatto la seconda dose in farmacia durante la villeggiatura. Noi qui viviamo di turismo, avremo potuto offrire il richiamo ... invece nulla».

Bonvicini fa fatica a giustificare il ritardo. «Sembrava che a luglio la Provincia avesse accelerato in maniera importante. La delibera che norma la questione è pronta da aprile e l’abbiamo condivisa con l’ Ordine - il nostro presidente, Maximin Liebl tanto si è speso - e ancora con Federfarma che rappresento, assessorato e Asl e mi lascia perplesso constatare come inspiegabilmente si sia arenata. E dirò che dispiace vedere come parallelamente si spendano non so quante centinaia di migliaia di euro per pubblicità del tipo “ingresso gratuito alle terme se ti viene a vaccinare”. Credo che occorra fare le cose in maniera organica e non a spot. Ricordiamo che il commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, aveva detto che entro settembre andavano ridotti se non chiusi i punti vaccinali e che tutta l’attività avrebbe dovuto spostarsi su farmacie e medici di famiglia. Nel resto d’Italia tutto questo si è concretizzato da noi no. Non so se paga puntare sempre e solo sulla via altoatesina». Bonvicini dice tra il resto che i colleghi hanno frequentato i corsi teorici e pratici tra marzo ed aprile ma «se aspettiamo ancora un po’ andranno rifatti». 

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Sta facendo discutere il caso, sollevato da alcuni lettori, che hanno segnalato il comportamento scorretto di chi effettuata i tamponi in una nota e frequentata farmacia di Bolzano. Alcuni ragazzi che stavano facendo il test sono stati invitati a non vaccinarsi con motivazioni no vax; è stato consegnato loro materiale propagandistico della manifestazione no vax che si è tenuta ieri sui prati del Talvera e sono stati invitati a parteciparvi. 

Così Bonvicini: «Non va! Utilizzare una farmacia, che tra il resto effettua test anti Covid, per condividere impressioni personali mi lascia assolutamente perplesso. Ho colleghi contrari ai vaccini che per onestà intellettuale almeno non li effettuano».

Molto arrabbiato l’assessore alla sanità Thomas Widmann: «Per me è inaccettabile, se sappiamo chi è spediamo una lettera». Ed in queste ore l’assessore si sta interessando anche ad un’altra questione. Sembra infatti che ci siano parecchi operatori sanitari - specie medici di medicina gemerale ma anche farmacisti - la cui natura "no-vax" sia nota a tutti, visto che non ne fanno mistero, i quali continuano a lavorare. «Devo verificare», conclude Widmann.













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