In Alto Adige record delle pensioni minime

Toni Serafini (Uil): «Allarmanti anche in Alto Adige i dati sull’andamento della povertà»



BOLZANO. Sono usciti ieri i dati Istat relativi alla povertà in Italia nel 2011. Purtroppo va ancora male, l’incidenza nazionale della povertà relativa è dell’11,1%, con la punta negativa della Sicilia: ben il 27,3%.

«Dobbiamo però rilevare che la nostra Provincia - sottolinea il segretario generale della Uil dell’alto Adige, Toni Serafini - ha la maggior percentuale d’incidenza di tutto il Nord Italia (media 4,9%) con il 10,4% di povertà relativa, nel 2010 era del 9,5%, con un aumento in un anno dello 0,9%. Sono passati ormai oltre cinque anni dalla prima conferenza provinciale sulla povertà, svoltasi a Bolzano il 14 febbraio 2007 e organizzata dalla Ripartizione Politiche Sociali e dall’Istituto per la Promozione dei Lavoratori (Ipl-Afi) su iniziativa della Commissione Provinciale sulla Povertà , ma i dati emersi in quella occasione nel frattempo sono solo peggiorati».

«La situazione in questi anni - prosegue infatti Serafini - è è davvero peggiorata, in primis per la crisi che ci attanaglia dal 2009, ma va detto anche che la nostra provincia ha il primato negativo nel Nord Italia delle pensioni minime. Va sottolineato che la Provincia opera bene nel sociale: minimo vitale, sussidio casa, servizi agli anziani, non autosufficienza, Ma va sottolineato anche che in base ai dati, rimane ancora molto da fare per mettere a punto la macchina provinciale della sicurezza sociale, del mercato del lavoro, dell’aumento delle retribuzioni nette».

«Per fare questo serve però l’impegno collettivo delle istituzioni, delle parti sociali, dell’associazionismo. Va bene fare revisione della spesa pubblica (la cosiddetta spending review) ma va fatta nella direzione giusta tagliando le spese cattive: sprechi, consulenze, riducendo le indennità ai manager di Stato e delle banche, razionalizzare gli acquisti pubblici, proseguire sui tagli ai costi della politica: questa è la direzione giusta per una vera revisione della spesa pubblica».

Senza contare che ai dati della povertà e della massiccia presenza di pensioni minime fra gli anziani dell’Alto Adige, si devono aggiungere i non marginali dati legati al ricorso alla cassa integrazione in molti settori produttivi e che interessa complessivamente centinaia e centinaia di lavoratori con conseguente impoverimento del tessuto sociale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità