In Alto Adige sempre più bambini prematuri

Tante famiglie a Castel Firmiano in occasione della giornata dei nati pretermine Messner: «Grazie a noi il 90% dei neonati ce la fa, ma possiamo fare meglio»


di Alessandro Bandinelli


BOLZANO. Un palloncino lilla scivola via dalle mani di una bambina e incomincia a volare sopra le mura medievali di Castel Firmiano, dove anche quest’anno è stata organizzata dall’Associazione Prematuri Alto Adige la festa dei nati pretermine. Tante le famiglie con bambini, perché l’esperienza di avere un bambino prematuro accomuna il dieci percento dei nati totali in Alto Adige. Una prova difficile che crea anche un legame speciale tra i genitori, bambini e personale medico sanitario dell’ospedale di Bolzano, che ogni anno si occupa di circa 500 casi.

Parla di ottimi risultati raggiunti il dottor Hubert Messner primario del reparto di neonatologia e Terapia intensiva neonatale del San Maurizio: «In Alto Adige capita a un bambino su dieci di nascere pretermine ossia, sotto le 37 settimane, di questi l'un percento ossia circa 60 all'anno sono sono prematuri gravi, cioè nati prima delle 28 settimane, un'incidenza che negli ultimi anni sta crescendo in tutto il mondo a causa di diversi fattori come l’aumento dell’età materna, lo stile di vita e le fecondazioni assistite con un aumento delle nascite gemellari di cui il 50 percento prematuro». Nascere a 25 settimane con un peso di 700 grammi vuol dire non essere pronti per la vita. Per i genitori di questi bambini, insieme alla gioia della nascita inizia una grande preoccupazione e un percorso difficile che dura mesi. Nel frattempo i rischi che questi bambini nati così presto corrono sono tantissimi, non solo durante i primi 7 giorni quando i rischi sono maggiori, molti sono i rischi di infezione o problemi legati all'immaturità che potrebbero emergere nel corso delle settimane e ma anche degli anni. Per questo Bolzano può contare su un reparto di eccellenza.

«Il reparto - spiega Messner ha subito una vera svolta quando si è deciso di “regionalizzare” concentrando su Bolzano tutti i servizi legati alla perinatalità dalle gravidanze a rischio ai neonati a rischio. Questo è stato fatto per aumentare la qualità dell'assistenza, per aumentare i risultati a lungo termine e il miglioramento del tasso di mortalità, che se parliamo di prematuri sotto le 28 settimane, siamo riusciti a portare sotto il 10 percento e del 2 per mille, per quanto riguarda la mortalità infantile, quando negli anni settanta eravamo sul 20 per mille». Dunque l’accentramento del servizio e l’attenzione dell’azienda ha permesso i risultati di oggi ma c’è ancora da fare: «Siamo attrezzati benissimo - prosegue Messner nessuno ha mai risparmiato, abbiamo i migliori macchinari, i medici e gli infermieri di cui abbiamo bisogno, ciononostante si cerca di fare questa giornata per tenere alta l’attenzione su una realtà in crescita e per sensibilizzare cittadini e istituzioni anche sul dopo».

Prematurità infatti signifca anche sostenere il bambino una volta fuori e soprattutto durante i primi anni di vita, quando affronta una serie di problematiche specifiche legate ad esempio all’apprendimento. Per questo il dottor Messner ha iniziato un percorso con le sovrintendenze scolastiche per informare sulle problematiche dei prematuri.«I risultati sono buoni, vedo che c’è attenzione al problema, ma i passi da fare in questo senso, soprattutto con i tagli che la scuola subisce, sono ancora tanti».

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